Roma Medievale: l’immagine di una città che è stata il fulcro d’Europa, meta di pellegrinaggio per molti secoli e che oggi è quasi completamente scomparsa. Distrutta dai rifacimenti dei secoli successivi ma che conserva ancora alcuni angoli e luoghi da scoprire con curiosità ed emozione.
La splendida mostra a Palazzo Braschi, vicino a Piazza Navona, è intitolata Roma Medievale: il volto perduto della città. Aperta fino al prossimo 16 aprile, copre un arco temporale dal VI al XIV secolo. Si sviluppa in 9 nuclei tematici arricchiti da 160 opere e ci aiuta a ritrovare le tracce di quella Roma medievale perduta.
Percorsa dai pellegrini che giungevano da tutta Europa, ma anche dall’Africa e dall’Asia. Uomini e donne in visita alle grandi basiliche romane per pregare sulle tombe degli apostoli ma anche per venerare le reliquie di Cristo e dei santi, conservate nei luoghi sacri più iconici della città.
Il percorso espositivo ci offre anche un’importante panoramica sulla vita medievale a Roma, brulicante di botteghe di artisti ed artigiani.
Pellegrini
La sezione di apertura della mostra ci introduce al mondo del pellegrino con i suoi simboli, l’abbigliamento tipico costituito dal mantello, il cappello a falde larghe e la borraccia.
Nelle piccole teche si possono ammirare le placchette vendute nei luoghi religiosi, un segno distintivo, una prova dei luoghi sacri visitati.
Oggi che viaggiare è alla portata di tutti, possiamo solo immaginare il significato del pellegrinaggio: un viaggio che durava mesi, a volte anni, e non sempre era garantito il ritorno a casa. Era una vera avventura: per la mente, ma anche una prova fisica difficile.
Le grandi Basiliche
Una bellissima e molto interessante sezione è dedicata alle grandi Basiliche romane: San Pietro in Vaticano, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le Mura e Santa Maria Maggiore.
Le prime tre volute ed edificate dall’imperatore Costantino nel IV secolo e Santa Maria Maggiore da Papa Sisto III tra il 432 e il 440. Luoghi meravigliosi, monumentali, ricchissimi di decorazioni ed oggetti preziosi. Oggi queste basiliche conservano ben poco delle strutture architettoniche originali e degli arredi.
In mostra si può ammirare una piccola fenice a mosaico,
come il ritratto di Papa Innocenzo III, che facevano parte della grande decorazione musiva absidale della basilica costantiniana di San Pietro.
I Papi
Un’altra importante sezione è dedicata alle figure dei papi medievali che hanno lasciato un’impronta sulla città. Gregorio Magno (590-604), Giovanni VII (872-882), Innocenzo III (1198-1216), Gregorio IX (1227-1302), fino a Bonifacio VIII (1294-1302), il papa che ha inaugurato il primo Giubileo nel 1300.
In mostra è il ritratto musivo di papa Giovanni VII (705-707), che all’interno della Basilica di San Pietro conscacrò un oratorio con decorazioni musive purtroppo andate perdute. Delle immagini della vita di Cristo con la Vergine e il papa, è rimasto solo il ritratto del pontefice.
Splendida è la custodia cruciforme delle reliquie, solitamente esposta nei Musei Vaticani. È una croce in argento sbalzato dell’epoca di papa Pasquale I (817-826), e decorata con articolati cicli cristologici, probabilmente realizzata anche con l’aiuto economico dei sovrani carolingi. Una sorpresa pensare a tale ricchezza per un oggetto creato negli anni considerati bui dalla nostra storiografia.
I paramenti sacri indossati da papa Bonifacio VIII sono un’altra scoperta interessante. La magnificenza della decorazione della pianeta e delle dalmatiche con fili d’oro di Cipro sul tessuto rosso decorato da clipei con aquile e leoni, oggi conservate ad Anagni, ci trasmette tutta la dignità che il potere papale rappresentava nel Medioevo.
Ła Basilica di Santa Croce In Gerusalemme
Una sorpresa è ła sezione dedicata alla Basilica di Santa Croce In Gerusalemme.
Nel 1913 furono ritrovati nel sottotetto della basilica, degli affreschi del XIII secolo, realizzati da maestri veneto-bizantini e romani che raccontano il ciclo dei Patriarchi. Decorazione pittorica iniziata dal cardinale Gerardo Caccianemici, titolare della basilica dal 1123 e terminato entro il 1148 sotto il nipote, cardinale Ubaldo Caccianemici. Generalmente esposti nel museo della basilica, è un’occasione per capire la provenienza e gli stili delle varie maestranze presenti a Roma in quel periodo.
La vita a Roma nel Medioevo
Gli scavi effettuati negli anni nella Crypta Balbi ci hanno consentito di poter immaginare e ricreare l’atmosfera della vita medievale a Roma attraverso gli oggetti ritrovati in metallo, bronzo, ma anche osso e ceramica.
Per la prima volta è stato anche possibile mettere in luce gli aspetti di una Roma altomedievale: produttrice di manufatti di lusso con diffusione in tutta Europa, essendo il deposito della Crypta anticamente una officina. Nello stesso tempo si è evidenziato il ruolo della città come punto di arrivo di merci e materie prime da tutto il Mediterraneo e dal Mar Nero.
Roma intreccio di culture
Roma, sia per la posizione geografica che per la sua storia, è sempre stata al centro di un intreccio di culture, anche se nell’epoca medievale aveva certamente perso la ricchezza dell’epoca imperiale. La comunità romana più antica è quella ebraica, in città dal II secolo a.C. e dotata di sinagoghe, strutture assistenziali e cimiteri catacombali. I rapporti con I Cristiani non sono sempre stati facili, ma gli scambi commerciali, economici e sociali sempre intensi. Gli scriptoria ebraici particolarmente attivi nella seconda metà del Duecento produssero codici di grande interesse, alcuni visibili nella mostra.
Fin dal IV secolo, intorno a San Pietro erano sorte delle scholae per assistere tutti i pellegrini stranieri in arrivò nella città. Erano insediamenti forniti di chiese, ospizi-ospedale e cimiteri. Molto importante la chiesa e l’ospizio per la comunità armena sorto nel Duecento e un interno quartiere per la comunità greco-bizantina sorto intorno alla Basilica di Santa Maria in Cosmedin.
Il Tevere e Roma
Il fiume Tevere a Roma ha sempre inciso profondamente sulla fisionomia della città. Prima della costruzione dei muraglioni a protezione delle inondazioni che fino a tutto l’Ottocento interessavano quasi tutto il centro urbano, il Tevere era la via di comunicazione preferenziale. Per gli abitanti e i forestieri che si spostavano da una sponda all’altra ma anche per i trasporti delle merci. I moli di attracco, i mulini, i magazzini erano presenti su entrambe le rive e contribuivano a creare l’immagine vivace di una città laboriosa ed attiva.
Un viaggio nel tempo
Questa mostra è anche un viaggio che ci trasporta in un mondo e in un tempo lontano. Il bellissimo allestimento ci fa vivere all’interno di una basilica medievale con i suoi ornamenti liturgici e l’atmosfera spirituale e silente. Alla fine della visita ci viene fornita una mappa di Roma con l’indicazione di molte chiese medievali e luoghi da visitare per entrare in sintonia con la realtà del pellegrino che si avventurava nella città eterna.
In cerca della salvezza, veniva rapito dalla meraviglia che lo circondava, dalla grandiosità delle architetture religiose e dagli arredi maestosi all’interno di esse.
Un invito anche per noi, abituati a vivere nella città più bella del mondo, a godere e a scoprire come un pellegrino d’altri tempi, in silenzio e devozione, angoli incantevoli che attendono solo di essere svelati.
Un’epifania che a Roma, fortunatamente, succede sovente.
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