Cracovia è una delle più belle città della Polonia, un gioiello il cui centro storico è stato dichiarato patrimonio dell’Unesco nel 1978. È una città accogliente e vitale, il cui fulcro è la piazza centrale: Rynek Glówny. Una delle più grandi ed affascinanti d’Europa, brulicante di vita. Caffetterie, ristoranti, musei: i turisti, gli abitanti e gli artisti si incontrano in questo luogo magico.
Nella piazza si staglia maestosa la Basilica di Santa Maria, costruita nello stile neogotico nel XIV secolo sulle rovine di un santuario e caratterizzata da due torri di altezze diverse. All’interno ammiriamo le splendide vetrate e la pala d’altare, la Dormitio della Vergine del 1486 di Veit Stross, ornata da oltre 200 figure scolpite nel legno di tiglio.
Rynek Glówny è delimitata dal Mercato dei Tessuti, un meraviglioso palazzo, antico centro commerciale di Cracovia, oggi trasformato in museo nei piani superiori, mentre al piano terra ospita piccole botteghe di artigianato locale.
Il Museo Książąt Czartoryskich
La prestigiosa collezione d’arte raccolta dalla principessa Izabela Fleming, (1476-1835), moglie del principe Adam Kazimierz Cząrtoryskich, fu iniziata nel 1796 con l’intento di preservare “il passato nel futuro” ed alimentare gli ideali indipendentisti della Polonia.
Fra le innumerevoli meraviglie esposte, spicca La Dama con l’ermellino di Leonardo da Vinci (Anchiano, 15 aprile 1452 -Amboise, 2 maggio 1519). Dal 2016 tutta la collezione è di proprietà della nazione polacca e quindi fu, fino a pochi anni fa, l’unico dipinto di Leonardo di proprietà privata. Il figlio della principessa Izabela, Adam Jerzy Cząrtorskich, (1734-1823), diplomatico polacco in Italia, lo comprò per donarlo alla madre.
La Dama con l’ermellino
Entriamo in una sala buia dedicata al dipinto di Leonardo. È un olio su tavola di 54,8 x 40,3 cm, realizzato tra il 1488 e il 1490. La datazione si può inserire in questo arco temporale perché Leonardo lo dipinse per Ludovico il Moro, dopo che il duca ebbe ricevuto il titolo di Cavaliere dell’Ordine dell’Ermellino.
La giovane donna ritratta può essere identificata con Cecilia Gallerani, l’amante del duca. L’ermellino si riferisce a Ludovico e alla sua nomina, alla purezza simbolica dell’animale e alla traduzione greca del nome della bestiolina, ossia galē, allusione al cognome della Gallerani. Il quadro si staglia nello sfondo nero e noi veniamo rapiti dal volto e dallo sguardo intenso della fanciulla, abbigliata con eleganza e semplicità. L’impercettibile sorriso ci ammalia e ci intriga. La mano dalle dita affusolate ci trasmette la sua grazia, la sua eleganza e una solennità che rimanda alla statuaria antica. Ritratto enigmatico, come lo sono molti dei dipinti muliebri di Leonardo da Vinci.
Il Castello reale
Una bella passeggiata ci conduce alla collina del Wawel, su cui sorgono i principali monumenti della città come il Castello reale, sede dei sovrani dal’XI al XVI secolo.
Si erge come un luogo incantato sull’altura che domina Cracovia. Fu residenza romanica, fortezza gotica e dimora rinascimentale. Il complesso include la Cattedrale, gli Appartamenti Reali, l’Armeria e il Tesoro della Corona.
Il Museo Schindler
Dopo una buonissima fetta di torta alle mele al Camelot Café,
(sicuramente la migliore della città), è d’obbligo una visita al Museo Schindler, non lontano dal centro storico e dalla zona ebraica. La ex fabbrica dell’imprenditore Oskar Schindler è oggi un museo che testimonia le varie fasi dell’occupazione tedesca di Cracovia durante la Seconda Guerra Mondiale.
Racconta il periodo della Shoah, la vita dei dipendenti della fabbrica di pentole e dell’imprenditore che salvò la vita a migliaia di ebrei destinati ad una morte certa nei campi di concentramento. Figura resa famosa dal film Schindler’s List, diretto dal regista Steven Spielberg nel 1993. Molto interessante è visitare all’interno del percorso museale lo studio privato di Schindler.
Kamizierz e Podgórze
Attraversando il quartiere di Kamizierz, l’antico quartiere ebraico di Cracovia, ci immergiamo in un’atmosfera d’anteguerra. Le sinagoghe, le vie lastricate, gli antiquari e i ristoranti kasher fanno di quest’area e del distretto di Podgórze, il ghetto ebraico creato dal regime nazista nel 1941, ubicato sull’altra sponda del fiume Vistola, i luoghi della movida di Cracovia. Amati dagli studenti e dagli intellettuali, sono anche il cuore pulsante della vita culturale della città.
Auschwitz e Birkenau
Visitare Cracovia significa anche recarsi ad Auschwitz e Birkenau, i due più tristemente famosi campi di concentramento e sterminio nazisti a 70 km da Cracovia e distanti solo 3 km l’uno dall’altro.
È una visita a cui bisogna partecipare con rispetto, attenzione ed umiltà. Le guide che ci conducono attraverso i vialetti, le sale e gli edifici sono molto empatiche e rispettose nel raccontarci i tragici avvenimenti che hanno avuto quei luoghi come teatro della tragedia. In questi giorni in cui ci avviciniamo a celebrare il giorno della Memoria, mostrare i campi di concentramento al mondo e ricordare, significa aiutare l’uomo a non perpetuare inutili e diaboliche crudeltà.
Anche oggi che questi luoghi sono stati resi lindi e puliti, quello che si prova, fin dall’entrata, passando per il noto cancello in cui campeggia la scritta Arbeit macht frei, (il lavoro rende liberi), non possiamo fare a meno di riflettere sulle disumane condizioni di lavoro e di sopravvivenza a cui erano sottoposti i prigionieri dei campi. All’inizio furono deportati i polacchi dopo l’occupazione della nazione, in seguito gli ebrei da ogni parte d’Europa. Si calcola che più di 1.000.000 di ebrei siano stati trucidati nei forni crematori di Auschwitz e Birkenau dal 1941 al 1944.
Un’esperienza toccante
Visitare i campi è un’esperienza forte che credo ognuno di noi dovrebbe fare una volta nella vita. Se ne esce frastornati e trasformati. In alcune sale, delle vetrine ci mostrano cumuli di pentole, di valigie, di protesi, di occhiali, di scarpe di bambini ed adulti.
Ognuno di questi oggetti ci racconta una storia di vita, di speranze, di sogni, di illusioni.
Chissà che aspetto aveva la donna che indossava quella scarpetta rossa un po’ civettuola! E quella borsa di vimini!
Le parole sembrano vane per descrivere ogni sensazione che ci assale come una marea di sentimenti misti a rabbia, angoscia e condanna.
Forse solo Primo Levi con la sua intelligenza, la sua vita e la sua testimonianza può illuminarci: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche la nostra”.
Un monito per capire, testimoniare e non dimenticare.
Le Miniere di sale di Wieliczka
È difficile tornare a fare i turisti dopo aver visitato i campi di concentramento. Sulla via del ritorno a Cracovia, si può optare per una visita alla Miniere di sale di Wieliczka.
Qui, l’abilità artistica e l’ingegno dell’uomo possono ridarci un po’ di fiducia: l’arte salverà il mondo si può applicare alle meraviglie create dagli uomini in queste miniere a 327 metri di profondità. Si tratta di una serie di gallerie utilizzate dal XIII secolo fino al 1996 per l’estrazione del sale.
Tra ascensori e scale ripide raggiungiamo ampi spazi decorati dalla maestria degli uomini che vi lavoravano. La grande sala con gli immensi lampadari realizzati con i cristalli di sale e i rilievi con scene della Passione di Cristo ci incantano per la maestria e la bellezza. Incredibile pensare cosa sia in grado di donarci l’ingegno umano quando è usato per creare arte e gioia!
Pierogi
Prima di lasciare Cracovia bisogna assolutamente assaggiare i Pierogi, una delle pietanze più conosciute della Polonia.
Ravioli a forma di mezzaluna, cotti al vapore o in padella e serviti con diversi ripieni. Vegetariani e non, accompagnati da diverse salse tra cui spicca la panna acida. Per i più golosi esiste anche la versione dolce con ripieno di zucchero, frutta e burro!
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