La festa patronale, nota come “festa del soccorso” è la celebrazione in onore della Santissima Madonna Del Soccorso, la vergine nera, patrona della cittadina di San Severo (Puglia) che ogni anno, celebra la festa in suo onore la terza domenica di maggio e il lunedì successivo.
Un evento barocco seguito da migliaia di visitatori (non solo italiani) che si apprestano a celebrare le due processioni portando a spalla i principali santi Severino Abate e Severo Vescovo che affiancano la Madonna Del Soccorso nel suo cammino nella città in festa.
Entrambe le processioni lungo le strade di San Severo, sono scandite dalle “batterie pirotecniche” dette anche “ fuochi”, che durante la processione si incendiamo e danno vita alla corsa scatenata e adrenalinica dei cosiddetti “fujenti” , file di giovani che seguono il fuoco durante la sua esplosione, sfidando le scintille e la carta infocata, sopra le loro teste, le deflagrazioni sempre più forti e veloci sino al finale o “scappata“, fatto da bombe ancora più forti. I fujenti sono in fuga dalla morte e dal dolore, sotto lo sguardo dei santi patroni e protettori, correndo accanto, anche se feriti, orgogliosi di portarne i segni addosso. Un culto esorcizzante che caratterizza la festa dei cittadini san severesi.
La cosa più bella che ho memorizzato in questa festa patronale?
È bello poter notare sui volti della gente la gioia per i festeggiamenti per la Madonna Del Soccorso. La preghiera, la commozione, la processione…. e i fuochi, l’essenza del cittadino san severese, specie per i fujenti!
Ho notato i dettagli tra la gente, osservato la folla, i bambini in festa, sulle spalle dei papà, per vedere meglio il fuoco, e mi sono rivista io, da bambina, stessa usanza, stesse tradizioni, ovvero, mangiare fuori casa, nell’attesa che il fuoco spari, un panino, una bibita, ed ecco che di corsa tutti sotto la batteria a sentire il botto esplodere e ad osservare i colori che onorano la Madonna e tutti noi san severesi. Alla conclusione della festa, buio ormai, tutti alle giostre, mi fermo a guardarne una, e davanti a me un bambino di circa otto anni che stringe la mano di sua mamma, sotto la pioggia che scende più forte, lui in piena notte passeggia tra le giostre. Mi volto verso di lui, mi sento venir il naso rosso, come se lo indossassi, come se lui lo avesse notato, mi guarda, e gli faccio l’occhiolino con un sorriso.
Vi starete chiedendo di cosa abbia di tanto speciale questo bimbo alle giostre;
Quel bambino sotto la pioggia, stringeva la mano di sua mamma, lo guardava e gli indicava le giostre, io, seguendolo, ho notato il suo sorriso, felice, anche lui era alle giostre! un bambino come tanti, indossava una mascherina, copriva il capo con un cappello, ma non ha rinunciato alle giostre. La festa patronale è soprattutto questa, per bambini come lui, che stanno affrontando un periodo difficile, la presenza delle giostre, dei fuochi, della musica, ha permesso un momento di gioia e di spensieratezza anche per lui e la sua mamma, per tutta la famiglia. Come tanti altri bambini, lui, che ha catturato la mia attenzione, uscendo sotto la pioggia, con una mascherina e un cappello di lana, sentirsi un bambino come tanti, un bambino che ama le giostre, che ama i fuochi e le sue mille sfumature di colori; un bambino che vuole sentirsi parte di questa festa come tutti noi, lui e tutti i bambini accorsi alla nostra festa patronale, tra coraggio e gioia, che corrono per vincere, tra affanni e battaglie, col sorriso, simbolo di festa della nostra adoratissima Madonna Del Soccorso 2016.
Un’immensa gioia, emozione indescrivibile vedere riunita la nostra città in un giorno di festa. Tutti insieme a condividere la celebrazione per la nostra Patrona, tutti in fila, che ci sia una bella giornata o meno, che ci siano i problemi in questo periodo per il nostro paese, ma la gioia e l’emozione che ci fanno vivere le festività, non è criticabile da nessuno. Anche le tradizioni vanno festeggiate e vanno onorate. I problemi ci saranno sempre, ma basti vedere la spensieratezza di questi giorni, l’allegria sui nostri volti e sui volti dei nostri bambini. I nostri santi sfilare con noi, respiriamo serenità, aria che sa di pace, di speranza e lotta, per vedere la nostra città rinascere. Tutti insieme, sempre avanti, per conservare e preservare ancora le nostre tradizioni. Queste, signori miei, non moriranno mai. Il tesoro che racchiude il nostro paese, siamo tutti noi. Prendiamocene cura, sempre.
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