Con estrema commozione la nostra redazione è lieta di presentare l’intervista esclusiva all’inventore del microprocessore e del touch screen Federico Faggin da parte del Dott. Emanuele Caracci, che uscirà sul nostro canale Youtube nei prossimi giorni.
L’intervista si è tenuta in occasione dell’evento “Viaggio nella complessità della vita” organizzato da Radio Parlamentare, per descrivervi al meglio lo sviluppo tecnologico e come tale fenomeno ormai irreversibile possa coinvolgere le nostre vite sia nell’epoca attuale, sia in futuro, e soprattutto quale sviluppo possa avere tale tecnologia. L’intervista è stata svolta in collaborazione con il Jurnal della Luiss Guido Carli nella figura di Tomaso Bernardini.
Riportiamo alcuni estratti dell’intervista condotta dal Dott. Emanuele Caracci, quale perito informatico abilitato.
Federico Faggin, padre del microprocessore, Medaglia Nazionale per la Tecnologia e l’innovazione degli Stati Uniti, Cavaliere di gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana e, attualmente, professore di Fisica dell’Informazione presso l’Università della California, Santa Cruz. Buonasera professor Faggin. Lei è considerato l’inventore del microprocessore e del touchscreen, basterebbe questo per affermare che senza di lei oggi il mondo non sarebbe come lo conosciamo. Quali qualità intellettive e creative le hanno permesso di concepire e realizzare il microprocessore?“ La cosa più importante è stata una tecnologia nuova per fare i circuiti integrati MOS che usava una porta di silicio invece che di alluminio. Con questo nuovo metodo si potevano aumentare le prestazioni di 5 volte: con la stessa dissipazione di potenza si potevano mettere 2 volte il numero di transistor nella stessa area di silicio; dunque, con lo stesso costo, corrente di dispersione era ridotta da 100 a 1000 volte. Questa tecnologia ha permesso di mettere insieme tutti i pezzi mancanti per fare un computer in un singolo chip: prima le memorie dinamiche RAM non erano concepibili, poiché il transistor era completamente diverso. Il MOS è il transistor di superficie, il transistor bipolare è un transistor che lavora sulle 3 dimensioni. Prima ho sviluppato i primi microprocessori e poi sono diventato un imprenditore, ma credo che il mio contributo ancora più fondamentale sia stata questa tecnologia che si chiama MOS Selling Game.”
Il progresso tecnologico della nanotecnologia e di queste nuove invenzioni secondo lei cosa deve prevedere e a cosa mirerà?“Mira sempre a fare computer più veloci che costano meno, più sofisticati e così via, però siamo arrivati quasi alla fine della corsa per quella tecnologia che conosciamo. Dobbiamo inventarne delle nuove per andare oltre i limiti dei mezzi che abbiamo oggi: ad esempio, al momento, i chip per fare l’intelligenza artificiale dissipano 1000 watt. Il che vuol dire che bisogna raffreddarli ad acqua. Parliamo dunque di una tecnologia che chiaramente non si può mettere in tasca un microprocessore che consuma 1000 watt”.C’è chi crede che la tecnologia abbia reso vano lo studio umano, perché studiamo più lentamente rispetto, ad esempio, a Chat GPT. Come può oggi per esempio, uno studente avere una speranza in più per laurearsi disponendo appunto dell’esistenza di queste tecnologie così all’avanguardia?“C’è d dire che l’intelligenza artificiale “non capisce niente”, quindi dobbiamo stare molto attenti prima di di attribuirle proprietà straordinarie. Prima di tutto l’abbiamo preparata noi; gli diamo noi i dati in pasto, dati che rispecchiano millenni di progresso umano e che, al momento, non possiamo superare. Ci vorrebbero dati nuovi che non abbiamo ancora creato, perché l’intelligenza artificiale non può creare cose nuove. Dei due, quelli creativi siamo noi quindi andiamoci piano perché quello non è detto che le previsioni sulle capacità infinite dell’IA siano esatte. Quanti anni sono che ci dicono che le automobili presto si guideranno da sole? Almeno 20. È vero, ci sono molti test al corrente, ma il processo è più lungo di quanto si pensi.”Qual è il concetto di libertà per lei?“Il concetto di libertà siamo noi come esseri coscienti, come campi quantistici, perché noi non siamo il nostro corpo, anche se questa non è ancora provata come teoria. Tuttavia riesce a spiegare perché la fisica quantistica e la fisica classica devono avere le proprietà straordinarie che hanno: si deve partire dall’esistenza della coscienza e del libero arbitrio nel campo quantistico che, come il campo degli elettroni, deve essere un campo cosciente. E’ la coscienza che crea il cervello non viceversa. Le idee che abbiamo oggi della realtà sono basate su quello che chiamo “scientismo”, cioè pensare che la realtà che esiste sia solo quella nello spazio-tempo. In cinquant’anni abbiamo scoperto che esistono la materia oscura e l’energia oscura, ovvero il 95% di tutta l’energia e la materia che esiste nel universo. Il mio ultimo libro l’ho chiamato “Oltre l’invisibile” perché pensiamo che ciò che non vediamo non esista.”Entrambi, lei e Guglielmo Marconi avete trasformato il mondo con le vostre invenzioni rivoluzionarie. Vede un parallelo tra il percorso che ha portato lui alla nascita delle telecomunicazioni e quello che ha portato lei alla creazione del microprocessore?“Direi di no, perché Marconi ha inventato l’antenna per propagare le onde elettromagnetiche, avendo capito che in qualche modo le onde elettromagnetiche non erano solo onde ottiche, e che quindi potevano andare anche molto lontano seguendo la curvatura della terra. Gli è anche andata bene, nel senso che non c’era nessuna teoria che diceva che questo non si potesse fare. Io invece ho fatto una cosa che avrebbe potuto fare chiunque prima di me. Però, il lavoro che sto facendo oggi sul libero arbitrio, quello è un passo avanti: nessuno ha mai visto le connessioni tra coscienza, libero arbitrio e la fisica quantistica nella maniera precisa in cui questa teoria le vede. Naturalmente, devo dire che insieme a me c’è anche il professor Tariano.”
Lei è stata una figura chiave nel campo dell’intelligenza artificiale, ma ha espresso anche dei dubbi verso l’IA cosciente. Possono esserci vantaggi e svantaggi in questa nuova evoluzione per la quale molti studenti sono preoccupati, soprattutto per quanto riguarda il loro futuro lavorativo? Probabilmente si troveranno a gestire tante cose con l’intelligenza artificiale. Qual è il suo consiglio?“Per usare bene l’intelligenza artificiale bisogna saperla più lunga di lei. L’intelligenza artificiale ha moltissimi limiti, ma avendo avuto accesso a tutto lo scibile umano, mentre noi tipicamente studiamo quello che ci interessa, quindi sappiamo solamente alcune cose, c’è una differenza: negli argomenti nei quali sono esperto, sicuramente saprò dire molte più cose rispetto all’IA, ma su tutto il resto, credo che lei ne sappia più di me. Tuttavia, non mi fido dell’intelligenza artificiale. Verifico le cose che dice: per esempio, traduco dall’italiano all’inglese e dall’inglese all’italiano usando Google translate, che a sua volta usa l’intelligenza artificiale. Usandolo, risparmio dall’80 al 90% del mio tempo quindi è utilissimo, ma solo perché vi ricorro – a parte le traduzioni – nei contesti nei quali io sono più competente di lei. Chi vuole veramente sfruttare il suo vero potenziale, deve essere consapevole di cose essa sia capace, e deve saperla “più lunga”. Allora diventerà uno strumento utilissimo.”
Nel suo lavoro ha sottolineato molto spesso l’importanza di quella che è la volontà libera, dunque cos’è per lei il libero arbitrio?“ Il libero arbitrio è la capacità che abbiamo di decidere cose semplicissime. Non siamo in grado di decidere qualsiasi cosa, non si può improvvisamente scegliere di voler volare, ma siamo in grado di scegliere quale fenomeno osservare e come trasformare in simboli ed azioni ciò che osservo, tramite le sensazioni che tale fenomeno provoca in me. Il libero arbitrio è molto limitato, ma è fondamentale, perché la coscienza senza il libero arbitrio non avrebbe senso. La coscienza è quella che permette al libero arbitrio di concretizzare quello che voglio sapere.”Come possiamo unire scienza e spiritualità in questa ricerca della verità che lei sta conducendo?“ Si riconosce il fatto che noi siamo campi coscienti con libero arbitrio, creati da Uno. Da dove “vengono” i campi della fisica quantistica? Da un campo unificato che per il momento la fisica non è ancora riuscita a ottenere, ma è da lì che si parte, e da lì si spiega perché il mondo deve avere le caratteristiche che abbiamo scoperto. Se non ci fosse la coscienza, il libero arbitrio, la fisica quantistica, non potrebbero esistere e non avrebbero senso. Il collasso della funzione d’onda è interpretabile come un’azione di libero arbitrio del campo che osserviamo. Questo stato quantistico è la rappresentazione di un’esperienza cosciente del campo, perché ha esattamente le stesse proprietà dell’esperienza cosciente del campo che noi abbiamo preso come fondamentale.”
A cura di Tommaso Bernardini e la redazione di Artista News