Amicizia 2.0
Scriveva Aristotele “l’amicizia è un’anima sola che abita in due corpi”. Senza dubbio una frase molto forte, che in una fase della nostra vita abbiamo “ricamato” su qualcuno/a di grande importanza nella nostra vita, ma come diventerebbe oggi, all’epoca del 2.0?
Sempre Aristotele, ci dice che l’uomo è un animale sociale, che non può fare a meno degli altri, ne ha bisogno per crescere, migliorare, peggiorare, sbagliare, correggersi, ma forse oggi ha bisogno anche di essere connesso? Di essere visibile per esistere, di condividere sempre e per forza. Tutti noi conosciamo l’importante social che si fonda sulle richieste e aggiunte di amici, ma quanti amici lo sono anche nel mondo reale?”Quanti amici hai che se chiami rispondono?Recita la canzone di Mengoni…ardua domanda veramente, a cui credo neanche i posteri sappiano rispondere.
Una cosa è certa: psicologicamente le relazioni sociali hanno un impatto grandissimo sullo sviluppo della nostra personalità fin da bambini, la Psicologia della Salute sottolinea come avere delle reti sociali appaganti, migliori il nostro stato di salute ed addirittura potenzi il nostro sistema immunitario, quindi coltivare una vita sociale piena e soddisfacente ci fa stare bene, insomma anche la Scienza ci esorta ad uscire e socializzare..quindi approfittiamo dell’estate per quattro chiacchiere in più al bar, ce lo chiede non solo il cuore ma anche il cervello!!
Tutti noi ricordiamo l’importanza degli amici durante l’adolescenza, l’intensità di quei rapporti difficilmente si ripresenterà nella nostra vita, la letteratura scientifica parla di “peer education” proprio per sottolineare il valore pedagogico delle relazioni tra pari durante la crescita adolescenziale.
E’ ovvio che oggi il modo di relazionarsi è molto cambiato rispetto al passato, le piazze e i luoghi di ritrovo sparsi nelle città, sono stati sostituiti dai social, molte relazioni amicali e sentimentali iniziano sui social e su di essi finiscono, si consumano e vivono in parte connessi, in parte non..!Non voglio demonizzare l’uso dei social, anzi, penso all’enorme contributo dato dai gruppi di mutuo aiuto online, oppure alle informazioni, che si possono ottenere dalla rete, il mio è solo un invito a non sostituire il reale con il virtuale, da psicologo so bene che la comunicazione umana è soprattutto non verbale e come tale per coglierla abbiamo bisogno di vederci, di abbracciarci, di guardarci, magari anche di insultarci, ma di persona! Freud sottolineava come una delle fonti della sofferenza psichica provenisse proprio dalle relazioni sociali, spesso purtroppo portiamo avanti rapporti sbagliati, relazioni pericolose per la nostra salute, che dobbiamo troncare per il nostro benessere, essere amici non significa essere dipendenti ma complici, complementari, ma il confine tra sentimento e dipendenza è molto più sottile di quanto possiamo immaginare!
Nessuno può permettersi di giudicare il modo o il luogo in cui facciamo amicizia, tanto meno stabilire delle scale di valutazioni sui rapporti, tante volte sentiamo più vicini amici conosciuti in chat, che vivono dall’altra parte del Pianeta e sentire come perfetti estranei amici che, pensiamo di conoscere da una vita e che magari vivono nel nostro stesso quartiere. Penso a tal proposito alla pellicola, vincitrice del premio David di Donatello di quest’anno, Perfetti Sconosciuti ( che ho visto e trovato veramente bello), quanto veri sono i rapporti amicali e sentimentali, che portiamo avanti nella nostra vita?Di quanti ci possiamo davvero fidare?Io credo di alcuni, forse pochissimi, ma esistono, non chiudiamoci quindi alla diffidenza e non lasciamo che le esperienze negative pregresse ( purtroppo la psiche si fida molto delle esperienze avute) influenzino la nostra possibilità di aprirci al mondo, ricordando cari lettori che se ci chiudiamo al mondo, il mondo si chiude a noi!
Quanta verità, siamo lo specchio delle relazioni che tessiamo giorno per giorno… Diciamo che ci sarebbe bisogno di rapporti più touch e meno screen…