Più parlo con le persone, più mi rendo conto di una triste realtà: spesso, all'uomo, i predatori non vanno proprio giù. Basta farsi una chiaccherata con un profano qualsiasi: mentre gli erbivori (o al limite gli onnivori, ma non sempre) fanno spesso la parte dei buoni nell'immaginario collettivo, i carnivori passano spesso per i cattivi. Dopotutto, questa concezione viene radicata già a partire dalla più tenera età: qualsiasi bambino vi dirà che pecorelle, mucchine, maialini, coniglietti e cerbiattini sono “belli e buoni”, salvo poi affermare candidamente che lupi, iene e squali sono dei cattivoni. Beh, allora voglio rivolgermi a tutti coloro che vivono ancora in questa “bolla”. Toglietevi dalla testa queste sciocchezze, perchè in natura non esistono buoni e cattivi. In natura esistono solo creature forgiate dalla forza dell'evoluzione, che fanno tutto ciò che è in loro potere per sopravvivere. sia che si tratti di sradicare qualche filo di fresca erbetta (anche le piante sono vive, a loro chi ci pensa?) o di sbranare una gazzella indifesa. Pensateci: quando una leonessa insegue una zebra, i casi sono due. Se la spunta la leonessa, la zebra viene uccisa e divorata con tanto di lacrimuccia dei sentimentaloni che ammirano lo spettacolo. Impossibile non provare empatia per la zebra, dopotutto. A nessuno piacerebbe essere nei suoi panni. E se la zebra la scampasse, come molti “spettatori da documentario” si augurano? A morire forse sarebbe la leonessa, e di fame. Magari morirebbero anche i suoi cuccioli, in attesa di una poppata. E se mamma non mangia, non produce latte. Insomma, in natura è così: la sopravvivenza di qualcuno significa la morte di qualcun altro. Sempre. E chi uccide, è costretto a farlo per sopravvivere.

A questo punto ho sentito anche rivolgermi da qualcuno una domanda incredibile: ma perchè allora tutti gli animali non mangiano piante? Così nessun animale dovrebbe morire a causa di altri animali! Che razza di geni. Mi tocca spiegare che un mondo di soli animali vegani non sarebbe mai ecologicamente sostenibile. Per dirla in altre parole, questo povero pianeta come potrebbe mai far crescere abbastanza piante per tutti gli animali? Questione di spazio. E' così che alcuni animali si sono evoluti per mangiarne altri. Non c'era abbastanza erba per tutti. Eppure c'è chi continua a guardare ai carnivori con timore e una paura fottuta. Lupi, leoni, tigri, iene, squali, serpenti, coccodrilli. I “cattivi” della natura, portatori del male in un mondo fatto di arcobaleni. Ma forse c'è anche dell'altro, perchè a pensarci potremmo affermare che l'uomo e i predatori non siano mai andati molto d'accordo. Forse perchè alcuni di loro ci ricordano che dopotutto siamo solo “scimmie senza peli”, armati di un cervello formidabile ma sprovvisti di forza fisica, privi di sensi affinati o capacità che ci consentirebbero di sopravvivere nella natura selvaggia. Insomma, bruscolini insignificanti. Piccole creature, granelli di polvere apparsi sulla Terra solo nell'ultimo momento della sua storia. Che speranze avrebbe di sopravvivere un uomo (disarmato, beninteso) attaccato da un leone, o da un coccodrillo? O magari da uno squalo bianco? Meno di zero. Chissà, a noi uomini forse dà fastidio che qualcuno ci ricordi quanto siamo piccini?
A questo poi ci aggiungiamo il fattore economico. L'uomo si crede (a torto) padrone di questo pianeta, e crede di poterne disporre a piacimento. Quanta arroganza e quanta boria. Distruggiamo, inquiniamo e stupriamo di continuo ogni angolo del pianeta, nostra unica casa. In questo piano di distruzione, alcuni grandi predatori stonano. Guai a finirci in mezzo alle scatole, questi animalacci cattivi chissà chi si credono di essere. I boschi e le foreste sono i nostri giardinetti privati, riservati a fare jogging col cane. E guai se di là stava passando un orso, vaglielo a spiegare che deve chiedere il permesso per camminare in casa sua. Il mare dev'essere adibito a uso e consumo dei bipedi, che si riservano di considerare l'oceano come una grande piscina. E guai se di là passa uno squalo!

Pretendiamo di distruggere le foreste, e poi ci lamentiamo se ci troviamo “in mezzo alle scatole” i predatori di quelle foreste che, per non rischiare di morire di fame, si avvicinano pericolosamente a noi. Svuotiamo i mari dei pesci, poi se uno squalo (magari lo stesso di prima, poveraccio) ci morde una chiappa apriti cielo. Alleviamo in maniera intensiva alcune specie animali, trattandoli peggio di oggetti e considerandoli solo “strumenti da profitto” (pensate alle vacche, ai polli o ai maiali uccisi quotidianamente dopo aver vissuto una vita indegna), e se qualche predatore si azzarda a prendersi qualche briciola, scatta l'odio. Fra l'altro, gli animali allevati finirebbero comunque uccisi per il nostro profitto. Volpi, donnole e faine sono diaboliche ladre di polli, che architettano malvagi piani che manco Wile E. Coyote, e il tutto per danneggiare la povera vittima uomo. I lupi sono dei mattacchioni, che evidentemente ce l'hanno a morte con gli umani e che devono a tutti i costi fare fuori qualche pecorella, così giusto perchè si divertono a prendersi delle fucilate o a mangiare dei bocconi avvelenati generosamente elargiti dall'uomo, che poverino, cerca di sopravvivere in un mondo ostile. A dirla tutta: questi dannati predatori non possono fare a meno di rammentarci che anche noi siamo parte della natura, siamo una parte del cerchio, e che anche noi ogni tanto possiamo finire per diventare delle prede. Sai com'è, sulla Terra non viviamo soli. E, biologicamente parlando, siamo una specie animale come tutte le altre. Una fra più di un milione e mezzo finora conosciute. Certo, ci siamo estraniati e isolati dalla realtà, ormai passiamo più tempo a caccia di pokèmon che a guardare le meraviglie intorno a noi, ma dopotutto siamo animali. E che ipocrisia, poi! Chi c'è più “predatore” dell'uomo? Abbiamo sterminato e stiamo sterminando tuttora intere specie animali, cacciamo qualunque cosa si muova giocando anche sporco (con un fucile è facile, affronta un cinghiale incazzato a mani nude e poi ne riparliamo), avveleniamo, sgozziamo, piazziamo trappole micidiali, riempiamo gli oceani di reti e ami, infliggiamo morti atroci e sofferenze indicibili. Siamo di gran lunga il predatore più letale mai apparso sulla Terra. A noi il T-Rex ci fa una pippa. Anzi, altro che predatori: noi siamo assassini. Perchè non uccidiamo solo per nutrirci, uccidiamo per gioco, per sfizio, per pregiudizio o per fastidio. Per futili motivi. Eppure, in questo quadro desolante, abbiamo ancora il coraggio di sterminare intere popolazioni di “predatori cattivi”. Non è un caso se tutti i grandi predatori del mondo stanno soffrendo: le popolazioni di squali nel mondo sono in calo vertiginoso, il lupo è perseguitato ancora adesso, i leoni sono costretti a vivere in zone protette, le tigri presto si estingueranno nell'indifferenza generale. Eppure noi andiamo avanti, certi di avere ragione: poveri esseri umani, così fragili e incompresi!