Un centro comune di dialogo permanente tra arte, cultura ed enogastronomia. Questa è l’essenza dell’Ex Garage, nato nemmeno due anni fa negli spazi, lungo la via Prenestina abbondantemente all’interno del GRA (n. 704 e 686C), della Casa delle Associazioni. Dalla grafica al design, alla musica, alla tessitura di arazzi, alla danza, al Food & Wine fino all’arte della tipografia Ex Garage ha come priorità quella di riportare al centro le periferie.
Roma, infatti, non è solo Campidoglio, Piazza Navona o Gianicolo: essa “delega” molte delle sue energie creative a quartieri (o per meglio dire rioni) come Tor Tre Teste caratterizzati da insospettate piazzette, fontanelle di acqua purissima, piacevoli alberature e monumenti non da meno. A questo segmento dell’antica via per Praeneste l’Associazione Yes Art Italy, sabato 17 luglio nel pieno rispetto delle norme COVID, dedica una passeggiata didattica tra antico e moderno.
Tor Tre Teste: storia e vocazioni di un quartiere
Oltre al toponimo dell’Acqua Bullicante, tutto da scoprire, al sepolcro a tempietto di Largo Preneste, al Torrione e alla Villa dei Gordiani non resta molto del Suburbium dell’antica Roma. Ma mai perdere la speranza! Passa per Tor Tre Teste un importante tratto della strada che Romolo e Remo percorsero, con gli istitutori che gli erano stati affidati, per “andare a scuola” a Gabii.
Percorrendo la via Prenestina di oggi difficilmente si ha la contezza della sua importanza storica. Gabii da Tor Tre teste non è distante giornate di viaggio. Per capirne il rilievo basti qualche rimando: alleata di Roma, il suo territorio subì devastazioni nella guerra tra Romani, Equi e Volsci (462 a. C.), e incursioni dei Prenestini nel 382 e 380 a. C.; fu attraversato dall’esercito di Annibale in marcia contro Roma (211 a. C.). È ricordata dalle fonti per prodigi avvenuti nel 214, nel 176 e 163 a. C. Municipio dopo la guerra sociale (90 a. C.), il territorio fu distribuito a veterani in età sillana.
Tor Tre Teste, passando ai tempi di oggi, non è un quartiere dormitorio. Come si diceva, rappresenta un vivace esempio di come la periferia possa trovare un centro. Siamo ben lontani, sia come spiriti che come struttura, dalle borgate (come quella Gordiani) pensate all’inizio degli anni Trenta come ghetto. Magazzini senza servizi nei quali costipare le famiglie strappate alle radici del centro storico violato.
Il workshop tra le attività e le sorprese del sesto miglio della Prenestina si concluderà, senza scomodare i versi immortali di Sofocle, con lo scioglimento dell’enigma legato al toponimo.
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