Tante le discussioni, le ricerche scientifiche, i dibattiti culturali sull’eziologia del comportamento criminale e della devianza, ma unica sembra la risposta: bisogna fare prevenzione per ridurre i comportamenti criminali, è indispensabile rimuovere le cause, che portano a delinquere.
I più conservatori tra gli studiosi probabilmente appoggeranno l’ipotesi freudiana che considera l’Uomo cattivo e perennemente in conflitto, capace di controllarsi solo per timore di essere incarcerato, ma questa visione cupa e pessimista di Freud va letta anche nel contesto storico-sociale che vive, essere ebreo durante la Seconda Guerra Mondiale, ha sicuramente un impatto ideologico.
Numerose le teorie sociologiche, che evidenziano nella bassa tolleranza alla frustrazione l’origine del comportamento criminale o ancora la deprivazione affettiva durante lo sviluppo.
Sicuramente il crimine si evolve lungo un continuum evolutivo e temporale, che vede proprio gli episodi antisociali dell’infanzia ed adolescenza aggravarsi in età adulta, specialmente dopo la prima condanna. Infatti il Sistema della Giustizia è passato da un modello punitivo ad uno rieducativo, anche in sinergia con le dichiarazioni Onu sui diritti umani del 1957.
La devianza si manifesta quindi come un fenomeno sociale, che si instaura nel tempo e nelle relazioni, con ripercussioni sul sociale e sulla collettività: il soggetto reo è portatore di problematiche sociali, le quali vanno rimosse. La devianza si configura come un’errata forma di comunicazione tra il Soggetto ed il contesto in cui è inserito.
Ciascuno di noi purtroppo è un potenziale reo di un reato, perché l’equilibrio psichico è ancora più fragile di quello fisico, ecco perché dobbiamo prenderci cura della nostra salute mentale ed imparare a gestire i forti stress, che hanno un impatto sulla nostra condotta. L’Educazione, la formazione, la stimolazione culturale ed ambientale, un sostegno familiare, buone reti sociali, hanno quindi un effetto predittivo sul crimine e sui comportamenti devianti, a maggior ragione quindi non solo e non certo fattori endogeni alla base del comportamento criminale, ma la certezza, che le cause sociali alla base di esso, possono essere sostenute ed incentivate…
Nessuno tocchi Caino si potrebbe dire per parafrasare un’importante associazione impegnata da anni sui diritti dei carcerati, ma ancor più autorevole potrebbe dirsi “chi non ha peccato scagli la prima pietra”