Corpo, spazio e tempo
Curt Sachs nella sua “Storia della danza” afferma che “la danza è la madre di tutte le arti”, dandone una convincente spiegazione e mettendola a paragone con altre forme d’arte: “Musica e poesia”, dice Sachs, “si determinano nel tempo, le arti figurative e l’architettura nello spazio: la danza vive ugualmente nel tempo e nello spazio”. Corpo, spazio e tempo sono gli elementi che da sempre hanno consentito la relazionalità tra eventi, situazioni, manifestazioni naturali e non. Attraverso questi l’uomo è in contatto con la natura la condiziona e ne è condizionato; nel mondo primitivo il corpo non era un’unità isolabile dalle altre entità che compongono il mondo oggettivo, per loro era il centro simbolico e plastico del rapporto con il mondo esterno.
Il mondo sociale si modellava sulle possibilità del corpo, e il corpo si orientava nel mondo tramite quella rete di simboli con cui aveva distribuito lo spazio, il tempo e l’ordine del senso. E’ scontato dire come dalla preistoria ad oggi l’evoluzione di tutti i mezzi di comunicazione e di interazione sia stata immensa e non è su questo che vorrei richiamare la vostra attenzione, piuttosto sul fatto che le arti, tutte le arti, rappresentano l’esempio più evidente di una comunicazione basata su segnali non necessariamente verbali, potremmo anzi definirli “in codice” che vengono poi codificati e interpretati da chi osserva.
Le arti sono attività creative che si pongono di realizzare un’idea concepita dalla fantasia e approvata dal gusto avendo come fine ultimo la produzione del bello; ma oltre il discorso puramente estetico dell’arte, è interessante sottolineare l’aspetto funzionale di essa, vale a dire l’importanza che possiede come di comunicazione tra individui. Attraverso le proprie potenzialità artistiche e quindi creative l’uomo ha una possibilità in più per esprimere idee e sensazioni, pensieri e azioni, e non necessariamente bisogna essere artisti per recepirle, chiunque è in grado di entrare empaticamente in rapporto con un’opera e quindi con chi l’ha compiuta, ognuno a modo proprio.
La musica è definita “il linguaggio delle emozioni” perché può rappresentare esperienze interiori così bene e così chiaramente che può avvicinarsi a chiunque, e può scatenare reazioni emotive, visive e motorie. Vernon scoprì che i suoni possono produrre immagini colorate (synaesthesia), ad esempio la tromba è scarlatta, il flauto blu, l’oboe verde, o può produrre immagini di forme, aguzze o piatte, fluide o irte, ascendenti o discendenti e gli ascoltatori possono disegnare forme somiglianti all’esperienza musicale; la risposta motoria alla musica è per eccellenza la danza, o comunque qualsiasi forma di ballo ma volendo escludere per un attimo questi evidenti esempi come dice Vernon: ”molti odono e sentono la musica muscolarmente. Molti alzano la testa o contraggono i muscoli quando la musica cresce, altri la percepiscono in maniera tale da sentire le proprie mani al pianoforte o su altri strumenti”.
Lo stesso discorso può valere per le arti visive, anche loro sono un mezzo per esprimere sentimenti soggettivi di vario genere causando risposte da parte dell’osservatore, determinate pressoché dalle combinazioni di tre fattori: tonalità, saturazione e leggerezza. Così le arti visive possono scatenare reazioni del corpo, quando ad esempio, ci sono figure umane in quadro, l’osservatore può provare sentimenti empatici, può cioè immaginare i loro sentimenti o le loro azioni fisiche entrandovi in relazione o comportandosi di conseguenza; può provare paura, tenerezza, esserne attratto o meno, c’è quindi anche in questo caso una risposta motoria oltre che emotiva. Così le opere d’arte che contengono messaggi astratti sono soggettivamente significativi, ma difficilmente possono essere tradotti in parole; questi messaggi non sono suscettibili di prova logica o di verifica empirica. La loro “verità” risulta evidente in se stessa se è accettata dalla contemplazione dell’opera d’arte in questione.
Normalmente, nel teatro, c’è molto parlato ma, al contrario, vorrei portare l’attenzione su quelle forme di rappresentazioni teatrali dove c’è molto poco dialogo o dove questo è deliberatamente senza senso. Mi riferisco al Teatro dell’Assurdo che tenta di attirare l’attenzione sull’insufficienza del linguaggio come mezzo per comunicare argomenti importanti, in quanto svalutato dai mass media, dalla pubblicità, dalla propaganda politica ed ha perso i contatti con la realtà. Il messaggio inviatoci dal Teatro dell’Assurdo è proprio quello di descrivere l’assurdità del vivere una vita non autentica, lontano dal contatto con le realtà ultime.
Ho accennato alla funzione delle arti in genere (argomento che da solo potrebbe coprire pagine e pagine) come modi di comunicare anche sensazioni molto profonde senza l’ausilio della parola conferendogli, nella comunicazione, un ruolo di autenticità e sincerità che forse troppo spesso manca nei discorsi, tuttavia ritengo, senza nulla togliere alle altre arti che la danza ne sia l’esempio più immediato e rappresentativo. Sarebbe ovvio dire che è così perché la padronanza del proprio corpo, dei suoi movimenti e delle sue potenzialità ci rende capaci di utilizzare al meglio la possibilità di parlare attraverso esso. Ma la danza, nel senso più alto ed originale, va oltre questo aspetto, è, o dovrebbe essere, innanzi tutto un modo di pensare, uno stimolo continuo alla creatività dal quale far nascere nuovi pensieri, nuovi concetti, nuove azioni.
D’altra parte non si può pensare che il corpo sia solo una parte dell’uomo scissa da tutto il resto, cioè dalla sua anima, dalla sua mente, dal suo spirito; il corpo è l’uomo esteriore, quello che noi vediamo in un primo momento, il mezzo attraverso cui esprimersi e prendere coscienza di se stessi, e la danza ci permette al meglio, in quanto arte e quindi cultura, di compiere attraverso il nostro corpo, attraverso il movimento, che è poi alla base della vita, un pensiero compiuto e creativo e trasformarlo in azione cosciente.
Lorella Carpifave, ballerina, insegnante di danza classica/contemporanea e psicologa, illustra in questa rubrica alcuni degli aspetti fondamentali della danza e le ripercussioni su mente e corpo.
Vicepresidente e Responsabile Danza di http://www.yesartitaly.it.
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