Che dire. Voi ora starete pensando : ”Se non lo sa lui che scrive….”. Mica avete tutti i torti! Eccoci a parlare, senza svelare i molteplici retroscena ed il finale, della serie televisiva Roy Donovan, targata Netflix.
Stiamo parlando di una produzione che conta 7 stagioni per un totale di 82 puntate, di un ora di durata cadauna. Insomma un risultato importante. Anche alla luce dei seguenti punti di forza:
- La sceneggiatura è veramente accurata e ben congegnata. Le storie dei protagonisti, che sono veramente tanti, si intrecciano magistralmente con quelle narrate di volta in volta, mostrandoci il volto impietoso di Hollywood e le mille facce decadenti di Los Angeles.
- Ogni personaggio, da quello principale a quello di contorno, ha una sua caratterizzazione profonda e ben delineata. Che ci porterà si ad amarli o ad odiarli, ma che difficilmente ce li farà dimenticare.
- Sia il montaggio che la fotografia ricalcano molto lo stile cinematografico. A volte non si ha l’impressione di seguire una serie ideata e progettata per il piccolo schermo.
- Il dialogo è magistralmente adatto a tutte le occasioni. Non risulta mai scontato. Anche nelle situazioni più drammatiche, e vi assicuro che ve ne saranno, alcune battute ad effetto riusciranno a strapparvi qualche sorriso. Ne resterete sorpresi anche voi.
- Ma quello che sapientemente affascina, sono le storie che vengono descritte. Tutte plausibili, tutte vere, tutte che fanno dannatamente riflettere.
Verremo lentamente conquistati da tutto questo. Prima senza accorgersene, poi quando arriveremo a pensare “ Ma si dai, quasi quasi vedo un altra puntata….”, sarà troppo tardi. Voi sarete assimilati, la resistenza è inutile (cit. Star Trek)
La cosa che fa alquanto riflettere è che, mentre assistiamo ad un lento decadimento ed impoverimento dell’universo cinematografico, per una moltitudine di ragioni, lato idee, sceneggiature e quant’altro, il mondo dello streming legale prende sempre più forza e si prepara a divenire il nuovo metodo di intrattenimento per famiglie e non. E per uno come me che nasce con la pellicola cinematografica, non è bello. Ma questa è un altra storia……
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