Parlo da profana, da atea del calcio, come una che senza problemi ammette di non capirci assolutamente nulla. Oggi però sono felice, oggi dico che il calcio posso essere io, oggi posso dire che la fede calcistica mi rappresenta.
Il Leicester ha vinto e nel farlo ha reso vincitori noi, i secondi della fila, quelli ultimi che però non saranno mai primi. La vittoria del Leicester ha permesso, per una volta, di sfasare il radicato mito che solo i potenti vincono, che i sogni vanno dimenticati nei cassetti insieme alla fatica e alla passione.
La vittoria del Leicester ha fatto dimenticare a noi poveri di vittorie che sognare è solo un lusso per i ricchi; ci ha dato la possibilità di tornare a sperare alla testardaggine di chi ci prova “nonostante tutto”.
Ranieri, etichettato come l'eterno secondo, il perdente, colui che mai vedrà il suo nome vicino alla vittoria, ha saputo aspettare, non mollare, e si è preso ciò che ogni sforzo vero, sano e genuino si dovrebbe meritare.
È indubbiamente un dato di fatto che i soldi portano la felicità e forse anche altro; è indubbio che domani io tornerò a non rivedere il calcio, e il calcio forse tornerà ad essere elitario, ma il 2 maggio 2016 rimarrà nella storia come il giorno che ricorda a noi comuni mortali – dalle sveglie che costano poco e suonano presto – che i sogni ogni tanto si realizzano, ma che bisogna avere pazienza. Una pazienza infinita, ma che forse, un giorno sarà premiata.
Il 2 maggio 2016 è il giorno in cui il “vissero felici e contenti”, è uscito fuori dalla fiabe e si è impiantato nei sorrisi dei calciatori che rappresentano i tanti bambini che ridono con le ginocchia sbucciate su un campo di calcio, quei bambini che imparano il rispetto dell'altro grazie a dei mister che hanno la capacità di trasmettere la passione di un compito eseguito con dedizione.
La vittoria di Ranieri, il suo sogno nel cassetto, la sua rivalsa, la sua pazienza, hanno aspettato 64 anni per palesarsi. A 64 anni Ranieri e il Leicester hanno vinto lo scudetto. A 64 anni Ranieri ha vinto il suo primo scudetto.
Per chi ama davvero il calcio, e addirittura per me a cui è indifferente, il 2 maggio 2016 sarà il giorno che ricorderà il riscatto di chi viene lasciato agli antipodi di un sistema che si riconosce solo nel dio denaro.
Domani molti sostituiranno questo giorno con qualche altro evento che catturerà l'attenzione e farà notizia, ma per gli eterni secondi questa giornata passerà alla storia!
Vanessa Romani