Zlatan Ibrahimović nasce 34 anni e qualche mese fa, nella periferia svedese di Malmö ed è, da quando ha mosso il suo primo passo nel calcio, considerato il giocatore svedese più forte mai esistito. Diventato grande anche fuori dal territorio baltico, Zlatan non è mai riuscito nell’impresa di alzare la Coppa dalle Grandi Orecchie che, senza ombra di dubbio, è la riconoscenza più importante per un calciatore a livello di club. Partita perfetta quella giocata dai ragazzi di Pellegrini, partita che si è rilevata fatale per i freschi campioni Francesi: quest’anno sembrava potesse essere l’anno giusto per lo Svedese. Sulla carta i fenomeni parigini dovevano essere superiori al City – come al solito non basta creare una super rosa per vincere, con tutto il rispetto dei “Citizens” che sicuramente non possiamo definire “scarsi” – ma le scelte tecniche del mister e il non brillare di quelli che devono fare la differenza, anche lo stesso Ibra, non ha aiutato. E adesso riprendiamo il titolo, perché la domanda che i tanti tifosi di Zlatan si fanno in questo momento è “sarà stata questa l’ultima opportunità per Ibra di vincere la Champions”? Probabilmente si, gli anni aumentano, la squadra è al top già da qualche anno ma non vince, Zlatan è uno che parte facilmente – in tutti i sensi – e la mai riuscita convivenza con Cavani è da sempre stato un problema. L’altro aspetto è che Ibra è sempre Ibra, sappiamo cosa sa fare, sappiamo che sa vincere e la squadra, a meno che decidano di scaricarlo per cambiare, ci sarà anche l’anno prossimo. I Quarti di finale di ieri sera hanno anche marcato la differenza tra un “semplice” fenomeno ed un campione perché nel frattempo in quel di Madrid, al Real serviva un 3-0 per passare: triplice fischio, il tabellino dice 3-0 e dice anche tre volte Ronaldo. Questo è sempre mancato a Zlatan, l’essere decisivo nei momenti decisivi ed ora ci chiediamo “l’ultimo ballo del cigno svedese?”