I nostri occhi si stanno, purtroppo, abituando a vedere scene di violenza in ogni luogo, anche nei luoghi in cui ci dovrebbe essere solo divertimento come i campi da calcio. Le passioni non ci fanno ragionare? A dire la verità è l’ottusità di cui siamo fatti che ci impedisce di accettarci. In fin dei conti, sia che io sia nero o bianco, sia che tifi un colore piuttosto che un altro, non respiriamo alla stessa maniera? E il battito che abita il nostro petto, non è il medesimo nonostante le diverse forme degli occhi?
Fortunatamente non sempre è così, a volte accade l’inaspettato che ci regala la speranza di un futuro più giusto. È ciò che è accaduto qualche giorno fa: dopo il derby Roma-Lazio del 3 aprile, Simone, un sedicenne tifoso della Lazio ha offeso su Instagram il giocatore della Roma, Vainqueur apostrofandolo come “scimmia”. Il calciatore gli ha risposto, ironicamente e intelligentemente, ringraziandolo in quanto grazie al ragazzino ora lui sapeva come si diceva “scimmia” in italiano, lanciando l’hashtag: “NoToRacism”.
Il giovane tifoso ha così compreso che il suo gesto, apparentemente innocuo, era doveroso di scuse, per cui, accompagnato dal padre, da Napoli è partito per andare a trovare Vainqueur in un istituto a Roma nell’ambito dell’iniziativa “A scuola di Tifo” contro il razzismo. Simone ha così avuto la possibilità di scusarsi di persona con il calciatore che ha ringraziato sia il ragazzo e il padre, dicendo che ha voluto rispondere all’offesa affinché tutti potessero riflettere.
Un gesto degno di nota quello del giovane tifoso, un gesto importante che pone l’accento su quanto non sia impossibile rendersi conto degli errori e quanto non sia impossibile porre rimedio.
Il calcio e lo sport in generale dovrebbe essere un’occasione per riunire tutti i colori della terra in un unico momento condiviso, non deve essere un’occasione per distanziarsi. La violenza, in tutti gli ambiti non va e non deve essere giustificata.
Se riuscissimo, già da un campo di calcio ad accettare le diversità, come nel caso di Vainqueur che ha deciso di rispondere ad un’offesa con parole neutrali e di riflessione, daremo il buon esempio al mondo intero.
Non sono pochi i Mister, gli Insegnanti che mettono amore in quello che fanno, che con costanza e pazienza insegnano che il mondo è sì diverso, ma non per questo è ostile, che le maglie hanno colore diverso, ma i piedi che colpiscono una palla sono tutti speciali. E tutti noi dovremo prendere esempio da questi Maestri di sport, che poi sono maestri di vita, noi dovremo prendere esempio dall’episodio sopracitato per rivedere il modo in cui tifiamo e capire che lo sport è quel qualcosa che unisce e non che separa.
Vanessa Romani