Chi di noi non conosce il popolare quartiere di san Lorenzo? Per un pub, una pizza, una bevuta tra amici o semplicemente perché, molti di noi, abbiamo studiato alla Sapienza. Era allora, quasi d’obbligo, tra una lezione e l’altra, una ricerca in biblioteca, passeggiare tra le vie colorate del quartiere.
Negli anni Novanta, all’epoca dell’Università, si respirava un’aria popolare, amichevole, sodalizi tra studenti e commercianti. Alcune pizzerie erano i punti di ritrovo nei momenti liberi. Si usciva da via de Lollis e lentamente ci si avviava nel cuore del quartiere, dove fornai preparavano pizza a tute le ore per sfamare squattrinati studenti. I prezzi erano economici, ci si fermava a parlare tra l’alimentari ed il bar. Tutto insomma era a dimensione umana.
Ci si avviava poi verso la Piazza dell’Immacolata dove campeggia l’enorme chiesa, con un buffo cartello all’interno. “si prega di non sputare per terra“. Ogni volta che vi entravo rimanevo stupita da quella frase ma, evidentemente, c’era qualcuno che lo faceva.
Oggi il quartiere è un variopinto mosaico multietnico, popoloso, affollato, chiassoso e purtroppo, in questi ultimi tempi, poco sicuro.
Come nasce il proletario quartiere di san Lorenzo? Quali sono le sue origini.
1. L’area di san Lorenzo nel passato
L’antica area di san Lorenzo sorge all’esterno delle mura aureliane, all’altezza di porta Tiburtina.
Nel IV secolo, l’imperatore Costantino fece erigere una chiesa sopra la tomba del santo diacono e martire Lorenzo che fu arso vivo sulla graticola durante la persecuzione di Valeriano il 10 Agosto del 258 d.C.
Nel corso dei secoli la Basilica ha subito notevoli modifiche, fino arrivare alla parziale ricostruzione dopo il bombardamento del 1943.
Per molti secoli l’area rimase relegata a luogo agreste e di culto poiché. la Basilica di san Lorenzo, luogo era meta di pellegrinaggi,
Tra il 1807 ed il 1812, in seguito agli editti Napoleonici, fu costruito il Cimitero Monumentale del Verano su progetto di Giuseppe Valadier.
2. La nascita del quartiere operaio
Il quartiere vero e proprio nasce tra il 1884 ed il 1888 per ospitare gli operai che vengono a Roma per lavorare al nuovo sviluppo urbanistico della città. L’area era inoltre molto vicina allo snodo ferroviario della Stazione Termini, per cui furono costruite anche le case dei ferrovieri.
Il 19 gennaio 1888 alla presenza del re Umberto I e della regina Margherita è posta la prima pietra del Policlinico, anche se lavori cominciano solo nel Settembre 1888.
Tra il 1932 ed il 1935, durante il Regime Fascista, è costruito una prima parte della città universitaria La Sapienza. Il progetto dell’architetto razionalista Marcello Piacentini progetta le sedi di: Giurisprudenza, Lettere, Scienze Politiche, gli Istituti di Fisica, Chimica, Mineralogia, Biologia e il palazzo del Rettorato.
Un quartiere fortemente proletario, dal cuore rosso, che ha conservato nel tempo la sua aderenza al PCI . E’ nota la resistenza che gli abitanti opposero alla Marcia su Roma e allo squadrismo fascista.
Il 19 Luglio del 1943, il quartiere vive il suo momento più drammatico: il bombardamento. Gli aerei alleati bombardano Roma, gli ordigni cadono su un’area molto vasta della città. Si voleva colpire lo snodo di Termini e lo Scalo Merci. In realtà molti quartieri sono distrutti.
Le bombe cadono su via dei Volsci, via dei Sabelli, via dei Sardi, via dei Marrucini, via dei Vestini, via degli Enotri, via degli Equi, via dei Ramni, largo degli Osci, piazza dei Campani, via dei Reti, via degli Ausoni e sulle altre strade del quartiere.
La Basilica di san Lorenzo ed il Verano sono gravemente danneggiati. Migliaia i civili muoiono sotto le bombe.
Il papa Pio XII si reca nel quartiere, prega per i defunti, benedice gli abitanti superstiti e spalanca le braccia per abbracciare il martoriato quartiere.
Nel dopoguerra il quartiere continua a essere una zona a vocazione popolare e di iniziative politiche, animato dal del Partito Comunista e sede di gruppi della sinistra extra-parlamentare: Lotta Continua, Potere Operaio, Movimento Studentesco. A via dei Volsci ha sede Radio Onda Rossa.
3. Il Quartiere ai nostri giorni: dalla movida universitaria al degrado
Nel corso degli anni il quartiere diviene zona universitaria. I prezzi contenuti degli affitti e la vicinanza con La Sapienza contribuiscono alla nascita di numerosi pub, ristoranti, birrerie e associazioni culturali. I residenti storici sono sostituiti dagli studenti fuori sede.
La movida causa anche problemi, poiché gli schiamazzi, il consumo di alcol fino a notte fonda, hanno dato vita a fenomeni di spaccio e microcriminalità. come si evince, purtroppo, dalle recenti notizie di cronaca.
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