Molto spesso ci capita di domandarci assorti nella nostra più recondita intimità quale sia il significato ultimo dell’esistenza e come quest’ultima possa conciliarsi con la forza schiacciante del male, sia esso determinato da esseri umani, calamità naturali o malattie. La storia umana è stata certamente segnata da personaggi illuminati che hanno saputo confrontarsi con il paradosso del male in modo deciso e originale, attraverso strumenti razionali, la fede o entrambi.
Ripercorrendo la vita di alcune persone morte giovanissime, ho personalmente l’impressione che la loro vita sia disegnata da un destino molto crudele e ciò mi ha portato a riflettere sulla preziosità della vita ma non solo a questo. Infatti quando si parla di morte molto prematura, ciò che amplifica la tristezza è la constatazione della condotta etica esemplare che ha contraddistinto la breve vita della persona scomparsa. La storia che sto per iniziare a raccontare è una storia triste, ma al tempo stesso carica di un coinvolgente pathos emotivo, riguardante un ragazzo di appena quindici anni la cui vita è stata distrutta in pochissimi giorni dalla leucemia fulminante dieci anni fa, Carlo Acutis.
È notizia di pochi giorni fa che si è conclusa la prima tappa del processo diocesano di beatificazione, presso l’Arcivescovado di Milano, di Carlo Acutis, un ragazzo che nella sua breve esistenza ha coltivato una profonda devozione cristiana e un grande senso di abnegazione che ha saputo sviluppare non solo nell’osservanza costante dei precetti cristiani ma anche nella vita quotidiana, dimostrando una straordinaria disposizione all’aiuto verso il prossimo. La stessa madre Antonia ha sottolineato lo spirito di generosità che albergava nel cuore di Carlo che, oltre ad aiutare amici e i bambini più piccoli, si spingeva oltre questo, fornendo assistenza ai senzatetto attraverso l’attività di volontariato. A seguito di questa prima tappa, l’iter di beatificazione di Carlo, già proclamato “Servo di Dio”, proseguirà presso la Santa Sede.
Nato a Londra il 3 maggio 1991 e trasferitosi a Milano poco dopo, Carlo Acutis ha da subito maturato un amore verso Gesù davvero unico per la sua età, tanto da decidere di prendere la Comunione a soli sette anni. A confermare la sua costante osservanza della religione cristiana erano la partecipazione quotidiana alla messa insieme alla recitazione del rosario e la confessione settimanale. Colpisce profondamente il fatto che, ancora prima di sapere di dover morire, Carlo avesse manifestato la volontà di essere sepolto ad Assisi, così come è realmente accaduto. Persino ancora più stupefacente è il fatto che, una volta informato sulla sua malattia, Carlo abbia minimizzato la notizia dichiarando che “c’è chi sta peggio di lui”.
Adesso andiamo a conoscere alcuni tratti distintivi di Carlo Acutis, le sue passioni, i suoi hobbies, i suoi sogni. Carlo era un vero e proprio enfant prodige dell’informatica, dato che era solito creare siti web e scrivere giornalini, padroneggiando i linguaggi di programmazione informatica. Carlo era un ragazzo allegro, pieno di gioia di vivere e talmente tanto attratto dall’informatica che non appena ricevuto il suo primo computer a 8 anni era solito girare in casa con un camice bianco con su scritto “scienziato informatico”. A soli 14 anni avrebbe realizzato il sito web www.miracolieucaristici.org. Per questo motivo, si sta immaginando di pensare a lui come “patrono del web”. Su di lui sono stati realizzati il documentario “La mia autostrada verso il cielo” e il volume “Un genio dell’informatica in cielo”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana.
Ritornando alla parte iniziale dell’articolo, direi che Carlo Acutis è uscito vincitore dalla battaglia contro il male che l’ha colpito, tanto da mantenere fervida la fede cristiana fino alla fine. Mi hanno particolarmente fatto riflettere due citazioni veramente eccezionali di Carlo che sono secondo me da assimilare e prendere come esempio nel nostro percorso di vita : “La nostra meta deve essere l’infinito, non il finito. Da sempre siamo attesi in Cielo”; e ancora “Tutti nascono come originali ma molti muoiono come fotocopie”. In chiusura, propongo qui di seguito un video sulla storia di Carlo Acutis :
A cura di Lorenzo Rizzelli