La lettera a Conte
Il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha dato le dimissioni con una lettera al premier Conte.
Nella lettera Fioramonti avrebbe espresso che bisognava rivedere l’IVA, anche lasciando l’aumento, per incassare i 2-3 miliardi richiesti per il suo ministero e che di fronte al blocco dell’aumento ha capito che non c’era volontà di fare maggiore gettito e dunque non vi sarebbero più le condizioni per andare avanti. Nella sera di Natale è stata confermata la lettera a Palazzo Chigi. Nei giorni precedenti già si vociferava una volontà simile del ministro della tassa sulle merendine.
A metà dicembre a Trieste, il ministro ha dichiarato apertamente: «La scuola in questo Paese avrebbe bisogno di 24 miliardi. I 3 miliardi che io ho individuato, non sono la sufficienza» ma rappresentano «la linea di galleggiamento». Dopo 13 giorni, e 48 ore dopo l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio Fioramonti ha rassegnato le sue dimissioni.
Osservazioni
Dai commenti giunti in Redazione eccone un’osservazione plausibile;
I problemi della scuola si risolvono solo con i soldi o con la volontà di effettuare riforme? Questi soldi non è chiaro a cosa sarebbero serviti, ed è facile parlare di dottrine, soprattutto quando di queste non si sa cosa farne nello specifico, in assenza di un modello trasparente. Inoltre dovrebbero essere gli studenti a fornire le osservazioni più opportune.
In molti si domandano: Ministro dell’istruzione o dell’incapacità?
Una scuola che ha bisogno di interventi urgenti e tempestivi e non di fantasiose chimere per problemi effimeri ha bisogno di un Ministro alla sua altezza, come sostanzialmente ribadiva alla manifestazione a Roma Giorgia Meloni il 19 ottobre 2019, ove questa redazione era fisicamente presente dietro le quinte.
Ci si augura in un nuovo Ministro dell’Istruzione che sia in grado di migliorare la scuola partendo dalla tutela dei giovani e del loro futuro.
Leggi altri articoli sul mondo dell’istruzione.