Si è aperta ieri in Ohio la convention repubblicana per presentare uno dei candidati più amati, e al tempo stesso più temuti, Donald Trump. Nessun grande nome vi ha partecipato e sono state molte le polemiche e le contraddizioni di questo evento. Infatti lo stesso partito repubblicano sembra non volerlo alla Casa Bianca e gli ha messo fin da subito i bastoni tra le ruote con la proposta dei “Never Trump”: ovvero si è deciso che i delegati potranno votare liberamente secondo coscienza e non saranno costretti a votare il candidato vincitore nel loro stato (di conseguenza hanno impedito dei voti facili a Trump).
Inoltre sono state molte le manifestazioni in città contro il miliardario rese ancora più pericolose dalla possibilità di tenere armi a vista, anche di grosso calibro. Infatti duemila poliziotti tra cui anche l' FBI sono stati chiamati per garantire la sicurezza.

Nonostante ciò, Trump ha raccolto sui 1700 voti, garantendosi l'appoggio dello stato dell'Ohio per la lotta finale contro Hilary Clinton per la direzione degli USA.
Da questa situazione di spaccatura emerge un partito debole, caotico, retto solamente da un patriottismo buffonesco basato sui cosiddetti saldi valori tradizionali americani e pare che molte persone amino questo genere di manifestazioni razziali e omofobiche. Per non parlare di tutti gli aspetti ridicoli dell'evento come l'entrata in scena del candidato (che non dovrebbe farsi vedere fino all'ultimo giorno) sulle note di “We are the champions” dei Queen, con la sua poco slanciata figura avvolta in una nuvola di fumo. Molto teatrale. Tutto di questa convention aveva dello stucchevole e dell'eccesso, solamente guardandola si aveva l'impressione di assistere a una sagra di paese e non a una riunione di partito basato su temi importante per il paese.
Molte polemiche anche sul discorso finale di Melania Trump, ispirato a quello di Michelle Obama nel 2008. Trump paladino della famiglia tradizionale chiude la convention con un discorso copiato dalla sua terza moglie modella slovena. Bella mossa.
Molti capi di stato sperano che Trump non arrivi alla Casa Bianca, ma ahimè, è già sulla scia della vittoria.