Il guanto… un elemento di eleganza e seduzione per la moda, ma soprattutto protettivo anti-freddo, che risale a origini antiche.
Nel corso dei secoli i guanti si sono adattati ai periodi storici e alla funzionalità del momento.
…Nella leggenda la dea Venere correndo nel bosco sul monte Olimpo cadde e si graffiò le mani.
Le Grazie le cucirono delle bende intorno le dita e sui palmi delle mani e fu così che nacquero i guanti, secondo la mitologia….
Omero nell’Odissea indossava i guanti per ripararsi dal freddo e dallo sporco.
Gli antichi Egizi invece li consideravano un simbolo di prestigio e religioso.
Le donne egizie li usavano per proteggere la pelle femminile, più delicata, cosparsa di oli profumati.
Anticamente la loro forma era a sacchetto e si legavano ai polsi.
Solo in seguito si aggiunse il pollice per renderli più pratici.
Le altre quattro dita furono aggiunte in seguito quando questo accessorio divenne più elegante.
I “Digitalia” coprivano le dita della mano, nell’ Impero Romano e i “manicae” coprivano l’arto.
Chi diffuse questo accessorio nei paesi del sud furono i Barbari, forse anche perche’ nei paesi del nord faceva più freddo.
I Longobardi usavano i guanti durante il rito nunziale e l’uomo donava alla donna che sposava, la spada e il suo guanto.
Nel Medioevo assunsero una funzione legata alla casta sociale: i nobili e il clero portavano i guanti.
Erano guanti preziosi di bel tessuto, ricamati e anche ornati di pietre preziose nel caso di caste sociali molto elevate.
Nell’assegnazione dei feudi e delle investiture si consegnava un guanto al feudatario.
Le donne li indossavano in colori vivaci e profumati, tempestati di perle e pietre preziose.
Al popolo rimanevano i guanti grezzi e rifiniti male. I pastori, e i contadini li utilizzavano per il lavoro. Anche ai soldati che combattevano li indossavano in maglia d’acciaio.
Artigiani francesi e italiani furono i maggiori produttori di guanti. A Venezia, dove venivano commerciate bellissime stoffe orientali, furono prodotti guanti preziosi e originali.
Nel ‘700 alla corte del Re Sole i guanti erano larghi, alla Moschettiera e le donne usavano guanti lunghissimi e colorati.
Nell‘800 i guanti delle donne erano traforati in cotone e seta, essi erano lunghi fino al braccio e lasciavano scoperte tutte le dita tranne il pollice.
In questo periodo ”lanciare il guanto” della sfida voleva dire sfidare a duello l’avversario per onore della donna amata o della famiglia di appartenenza.
Nel ‘900, visto il rapido avvicendarsi delle guerre e del progresso tecnologico. il guanto modifica molto la sua funzione.
Perde in alcuni casi di importanza.
Fino agli anni ’30 e’ considerato un segno di eleganza, le vere signore portavano i guanti.
Nel ‘50 veniva utilizzato molto la sera e nei cocktail.
Alla fine degli anni ’60 le donne che indossavano abiti in parure con accessori, i guanti furono utilizzati moltissimo soprattutto nel Nord Italia. Qui l’industria e l’economia era maggiormente sviluppata e le donne non uscivano di casa senza guanti, e divennero corti.
Andando avanti con gli anni, nel momento della contestazione, nel ’68 diventa un simbolo borghese, e viene dimenticato.
Ritorna negli anni ’80 e sulle riviste di moda ricompare accattivante.
I punk, rendono l’uso del guanto anticonformista e ogni donna lo indossa liberamente e in forme e fogge bizzarre, con le dita di fuori.
In pelliccia, di velluto, traforato, da sposa, in nappa, in filet, in tessuti preziosi, ne sono stati prodotti in fogge di tutti i tipi.
Per l’autunno inverno 2017 hanno sfilato guanti in patchwork con pelliccia e tweed, guanti in lana a coste con fiori applicati, di Marras.
Guanti lunghi effetto graffiti di Moschino, guanti di Prada a losanghe e lunghi, guanti eleganti con gala di Scognamiglio, tanto per citarne alcuni.
Insomma, l’eleganza dei guanti non scompare e sono un accessorio sempre molto ammirato.