Gli ultimi brandelli di Terra: l’incendio devasta brandelli di Terra e ne divora la linfa vitale. Sempre più frequenti i cataclismi strappano la natura a se stessa per consegnarla – morta – alle mani del carnefice fantasma che ne distrugge i resti. Solo in questi ultimi giorni brucia l’Italia nei boschi umbri e divampano le fiamme nei pressi di Atene. Anche il Polo Nord, bianco di natura, si restituisce nero fumo agli occhi delle telecamere. Elencare tutti gli incendi dell’ultimo anno sarebbe impossibile per mole di informazioni. Il riscaldamento globale invade le nostre case, le nostre orecchie, trapassandoci come fantasmi. E intanto, ingenuo, l’uomo, ignora.
«Pan è morto» narra Plutarco nel Tramonto degli Oracoli. Natura è stata privata della sua veste da secoli, da millenni. La vita ha smesso di correre nelle mille forme che la Terra ha da offrirci. I fiumi, le foglie degli alberi, le foreste, gli animali, i laghi e gli oceani, se non il cielo stesso, hanno smesso di avere vita. Sono diventati oggetti, agli occhi di un umano sempre più tiranno e sempre meno rispettoso. Oggetti da utilizzare, da sfruttare, da prosciugare fino ad esaurimento scorte.
Ogni città, ogni paese, ogni comune, si sforza di riempire la sua opera di natura. Viali alberati, boschi privati, laghi e ruscelli artificiali così ben fatti da ingannare l’occhio umano. Dopo averla corrosa e dopo averla corrotta, l’uomo non può fare a meno di tentare di ricostruirne il sublime aspetto a portata di mano. E qui, la natura stessa, perde ogni caratteristica viva diventando, tristemente, un pezzo d’arte. Ingegneri, architetti e intere orde di dottori si sforzano per costruire la stessa natura incontaminata che hanno raso al suolo per edificare l’ennesimo centro commerciale. E intanto, fuori dalla vista di chi – incantato – si perde nell’arte della ricostruzione convinto di star di fronte alla Natura, si fa a gara per chi debba consumare l’ultimo brandello di terreno ancora utile, fertile, sfruttabile.
Senza alcun rispetto l’uomo ha trasformato la vitalità naturale nello spettro vacante di un oggetto esorcizzato.
Ha svuotato di significato e di senso tutto ciò che fuoriuscisse dalla propria immagine. E, nel tempo, ha iniziato a raccogliere il frutto carbone di ciò che ha seminato. Per il progresso si sta distruggendo un pianeta. Per il traguardo lo si sta smembrando. E si pretende dal cittadino il “piccolo passo” che farà avvenire il cambiamento.
Siamo tutti chiamati a riparare un errore commesso dalle nostre stesse mani. Dalle vecchie generazioni che – assetate di scienza – hanno lasciato alle nuove leve lo splendore del progresso e il bagaglio delle conseguenze che, in questo momento, si stanno rivoltando contro le nostre stesse vite. A noi il compito di aggiustare l’aggiustabile. A noi il dovere di garantire un futuro a chi verrà a prendere, un giorno, il nostro posto. Tutti noi viviamo questo cambiamento. Abbiamo bisogno della natura Viva, e da quel poco che resta, dobbiamo riesumare una carcassa.
E tu, lasci tutto nelle mani dei massimi sistemi o contribuisci compiendo il tuo piccolo passo? Scrivi la tua opinione nei commenti e segui il dibattito su Facebook.