Nel sud della Germania, in Baviera, la tensione generale per la prossima campagna elettorale cresce sempre di più ed è ulteriormente accentuata da una delle questioni più delicate del periodo: l’ “integrazione dei migranti”.
L’accettazione di questi individui, sia all’interno della società in qualità di veri e propri cittadini tedeschi, sia nell’ambito lavorativo, fa un po’ riflettere e suscita innumerevoli dubbi dal momento che le autorità tedesche difficilmente offrono concessioni del genere a persone provenienti da altri paesi.
A tal proposito, ha parlato il senegalese Thiare Ousseynou, impiegato presso un cantiere monacense, raccontando:“Quando hai mamma e papà entrambi da mantenere, dovrebbe essere giusto migrare in Europa in modo da poter aiutare i genitori in difficoltà. Il Senegal al momento non ha problemi, non ci sono guerre in corso, ma quando ti svegli la mattina e non hai niente da mangiare, anche questo diventa una specie di guerra quotidiana”.
Consapevole della situazione, l’Amministratore Delegato Peter Driessen ha sostenuto che già dal 2016 un ingente numero di migranti frequenta corsi di formazione per l’inserimento nel lavoro, occorrono tuttavia sette anni, continua l’AD, per essere integrati totalmente e ricoprire così qualsiasi mansione richiesta. Ancor prima, nel 2015, la Cancelliera Angela Merkel, ha ospitato nel paese ben 1 milione di migranti, decisione che ha suscitato molte polemiche e critiche, sia positive che negative.
Resta quindi il dubbio se le misure adottate siano state razionali e abbiano avuto dei risvolti positivi, permettendo di risanare quel divario presente da sempre tra ricchi e poveri, o se siano state prese in situazioni di incertezze e titubanze, come prodotto di un sistema di governo fragile.