Stiamo ancora parlando del Referendum costituzionale. Negli ultimi otto mesi è stata consumata la campagna elettorale più contestata nella recente storia della Repubblica: insulti, minacce, intrusioni estere nel voto italiano … insomma, non è mancato nessun elemento della classica politica italiana con le sue promiscuità, i brogli, gli schieramenti politici e non. L’unica cosa di cui siamo certi è che l’oggetto su cui si sarebbe andati a votare è passato in secondo piano per lasciare posto ai soliti slogan (sia renziani che non) e a retorici discorsi nelle piazze. Ormai il palinsesto televisivo era dominato da talk shows di dubbia serietà e da personalità politiche convinte di essere telegeniche e di avere un pensiero autentico e indipendente. Per non parlare degli incentivi economici dall’uno e dall’ altro fronte, dei vecchi rancori sfogati con il pretesto del voto e delle personalità più disparate a favore del sì e del no. Ormai è tutto riunito in un confuso calderone e quello che conterà davvero nell’ intimità dell’urna sarà l’ispirazione del momento, perchè stando ai sondaggi (anche se sappiamo che non hanno brillato per affidabilità nell’ultimo anno) il sentimento comune degli elettori è l’incertezza.
L’unico risultato auspicabile è quello di un voto consapevole
e informato, al di là delle errate personalizzazioni e ritorni di interesse individuale.