Dal 3 marzo scorso è in sala un thriller serrato, praticamente un “ seguito “ di “ Olympus Has Fallen “, dal titolo ” Attacco al potere 2 “, una pellicola dal ritmo a volte pazzesco ed al limite dell’impossibile, comunque tale da far restare attaccati alla sedia, specialmente durante certe azioni inverosimili quando il tipico carattere del cittadino americano viene alla luce per dimostrare l’attaccamento alla patria ed al suo Presidente.
L’ambientazione: una città, Londra, praticamente rasa al suolo nel corso di un attentato organizzato da un mercante d’armi pakistano per vendetta contro chi, gli americani, gli mandarono qualche anno prima di traverso la cerimonia di nozze della figlia per mezzo di un drone che uccise in un attimo figlia ed invitati: il mercante giurò di vendicarsi ed ecco che due anni dopo il matrimonio muore il premier inglese ( poi si capirà il perché e come ) ed i governanti di quasi tutto il mondo vengono invitati al funerale di stato che dovrebbe tenersi nella cattedrale di Saint Paul; tra tutti, ovviamente, il Presidente degli Stati Uniti il cui capo della sicurezza, Banning, ( Gerard Butler ), agente segreto incaricato della personale difesa del Presidente, sta organizzando i preparativi per il viaggio a Londra insieme al capo dei servizi segreti Jacobs ( Angela Basset ).
Arriva il giorno del funerale ed immediatamente prima che inizi la cerimonia scoppia il finimondo: da un plotone della guardia d’onore della Regina partono raffiche di kalashinov contro i capi di stato, contro la folla, contro tutto e tutti: in diverse parti della capitale inglese si susseguono esplosioni, crolli, disastri inimmaginabili ( e speriamo che non abbiano mai a verificarsi ); il Presidente Usa scampa alla falcidia per merito del suo protettore Banning che uccide decine di attentatori a destra ed a manca, fugge con lui e con il capo dei servizi su un’auto che viene inseguita da motociclisti assetati di sangue che regolarmente Banning fa fuori provocando spettacolari carambole mortali fino a quando il presidente e le sue due guardie del corpo non riescono a raggiungere un elicottero che dovrebbe portarli in salvo, scortato da altri due identici velivoli che, regolarmente, vengono abbattuti prima di quello che trasporta il presidente.
Muore il capo dei servizi, la bella Angela Basset, ma i due eroi che restano, vivi sono inossidabili, furbi, fortunati, spericolati, invincibili, inattaccabili e, soprattutto, immortali: James Bond, al confronto, era un principiante!
Non anticipiamo la fine della storia perché chi vorrà andare a vedere il film possa, sua sponte, rendersi conto del casino che descrive il film, delle sue azioni spettacolari, delle costruzioni al computer veramente ben fatte e, sotto certi aspetti, anche accattivanti data l’ambientazione ed il genere di disastro descritti; il cameratismo che si instaura tra il presidente ed il suo personal protector ha dell’inverosimile, sia per i momenti difficili e spericolati che insieme attraversano che per una sorta di umana fragilità che li contraddistingue di fronte al pericolo.
Dicevamo che questa pellicola è praticamente il sequel della precedente la cui sceneggiatura fu scritta da Creighton Rothenberger e Katrin Benedikt i quali firmano anche questa volta un qualcosa di veramente spericolato in cui vediamo un mixer di fantascienza spicciola, politica, traffico di armi, riferimenti agli odierni attentati, supremazia, comunque, che gli Usa riescono ancora una volta a far prevalere sia pure dopo un’avventurosa narrazione di incredibili eventi attraverso una dettagliata narrazione dei dettagli che il regista Babak Najafi descrive egregiamente e con una certa maestria.
Tra gli altri interpreti del film, che uscirà in sala il 3 febbraio, troviamo Morgan Freeman nei panni del Vice Presidente degli Stati Uniti che gestisce, emozionatissimo ed un tantino patetico, la reazione americana da una sala operativa sita all’altra parte del mondo rispetto all’azione che ha per oggetto l’attentato terroristico; buone, adatte ed avvincenti le musiche di Trever Morris; la parte patetica del film è affidata alla situazione familiare di Banning e di sua moglie ( Radha Mitchell ) che sono in attesa imminente di un figlio e che al momento della partenza per Londra di Banning sognano cosa significhi diventare genitori.
In buona sostanza, un film dagli esiti praticamente scontati, da cassetta, alla cui produzione hanno partecipato anche Gerad Butler ed altri interpreti del film che, in cento minuti, è in grado di provocare emozioni, batticuori, riflessioni sulla incredibile fortuna dei due eroi protagonisti ma che, in fondo, vale la pena di andare a vedere.
Come sempre, almeno fino ad ora, il bene prevale sul male……………..
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