L’affabilità, la dolcezza, l’orgoglio di un uomo si spengono a 95 , lui era il presidente della nostra Repubblica, lui un uomo al quale gli italiani si affidavano col cuore, con l’anima , perchè lui era un uomo della porta accanto, lui entrava con garbo nelle case , lui si faceva intendere senza troppe parole, perchè quando le parole non servono, Ciampi sapeva riempirli di orgoglio e profondità.
Intanto lui ci ha traghettati, rassicurati e trasportati verso la moneta unica, quella stesa moneta che sempre lui , ha spiegato agli italiani nel suo più stretto e nobile significato.
“L’ESSERE chiamato a rappresentare l’Italia, a essere garante della sua Costituzione, l’ho vissuto non solo come un altissimo mandato, ma soprattutto come un dovere, una missione. Per questo ho voluto abitare, con mia moglie, sin dal primo giorno, nel Quirinale: da sette anni è la mia casa, la casa del presidente della Repubblica, la casa degli italiani
Era il 31 dicembre 2005. Dagli schermi tv, Carlo Azeglio Ciampi parlava così agli italiani, e questo discorso, fu no di quelli che entrarono nei nostri cuori.
Attento ai giovani, attento alle certezze che concretizzavano la nostra realtà quotidiana, spesso si rivolgeva ai giovani, quegli stessi che sarebbero stati il nostro futuro, e lo sono di certo.
“Ragazzi – scriveva nel 2012 in una lunga ‘lettera aperta’ indirizzata ai ventenni scoraggiati, ma anche ai loro genitori – ora tocca a voi”.
Queste parole infondevano coraggio ai giovani, nel disagio più grande, quello giovanile, quello che attanaglia , fa vivere e crescere ogni uomo, lui c’era , era vicino ad ogni suo cittadino, con tanta serenità e semplicità per farsi comprendere , amare , un padre per molti , un amico confidente, cosi lo racconta chi lo conosceva bene.
Quattordici anni in cui l’Italia è caratterizzata da un’inflazione galoppante a due cifre. Ciampi la definiva “un male sottile”, mentre l’euro entrava nelle nostre case, mentre quella crisi economica inizia a dare i suoi primi inesorabili cenni di vita, mentre uomini e donne perdevano il posto di lavoro, o magari vedevano sfumare via il proprio futuro, lui c’era , con tutta la sua interezza.
Veniva da lontano il nostro amato presidente, da quel 1983 quando divenne presidente del del Consiglio fino al 1994 .
Ricopre numerosi incarichi di rilevanza internazionale, tra cui quelli di presidente del Comitato dei governatori della Comunità europea, durante il suo mandato politico al Governo ebbe un occhio sempre attento alla iniziale crescente inflazione di quegli albori anni 90.
Divenne Ministro del Tesoro del Governo Prodi , contribuì in maniera decisiva al raggiungimento dell’obbiettivo economico e vennero vagliati importanti traguardi permettendo così la partecipazione dell’Italia alla moneta unica europea, sin dalla sua creazione .
Come potremmo ricordarlo ?
Infinite parole sicuramente non basterebbero a riempire fogli di carta stampata, mentre i sogni e gli ideali di un uomo , s’avviluppano da stasera nella “stanza accanto” della vita, una candela , un nuovo faro in cielo, a vagliare su tutti coloro che lo hanno amato, amici familiari parenti e tutti i cittadini, noi , quegli stessi che , stasera volgeremo lo sguardo al passato e ricorderemo con piacere il nostro nonno nazionale, senza alcuna pretesa di apparire, ma con lo stesso garbo che da sempre l’ha contraddistinto , facendolo divenire l’uomo di spessore che oggi ha lasciato chiusa la sua finestra della vita, partendo per un viaggio verso l’eternità.