Da metà giugno a Bergamo c’è un gran tam tam mediatico che rimbalza di social in quotidiano e di istituzione in associazione.
Tutto questo polverone si è alzato per un abbraccio: l’#abbracciodellemura.
L’abbraccio è un gesto affettivo molto forte. È una condivisione di sentimenti ed emozioni, è il modo più autentico e disinteressato per infondere energia e sostegno.
Bergamo ha scelto l’abbraccio per le sue mura, per far sì che la cittadinanza e chi ama la città condividano insieme il valore storico, artistico, culturale, ambientale e, perché no, anche affettivo delle mura venete che cingono la parte alta della città.
L’iniziativa nasce con l’obiettivo di creare un movimento di forte e allargata partecipazione civile per sostenere la candidatura delle mura a sito del Patrimonio dell’UNESCO.
Il grande abbraccio che ad oggi, secondo la stampa locale, ha raggiunto una quota di circa 7.000 adesioni, verrà dato domenica 3 luglio con una catena umana che si formerà proprio sulle mura in nomination.
Ma i bergamaschi, si sa, che se costruiscono un’impresa deve dare la miglior resa; e così con il loro abbraccio si sono messi in testa anche di entrare nella storia dei Guinnes superando l’attuale record mondiale del numero di persone unite per un abbraccio, che nel 2010 ha raggiunto una quota poco oltre le 10.000 unità. Bergamo aspira ai 12.000.
A raccogliere e conteggiare le adesioni è VisitBergamo, agenzia per lo sviluppo turistico della cittadina lombarda.
Collegandosi al sito è possibile registrarsi, aderire gratuitamente all’iniziativa e ritirare t-shirt, kit ed istruzioni per l’appuntamento con l’abbraccio, previsto per le ore 16.00 di domenica 3 luglio 2016.
Mi sembra un buon motivo per aiutare Bergamo ad essere ricordata non solo come città dei mille ma anche dei dodicimila che abbracciano le mura.
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