La straordinaria mappa marmorea dell’antica città di Roma, la Forma Urbis, incisa tra il 203 e il 211 d.C., sotto l’imperatore Settimio Severo, è ora visibile dopo 100 anni, in un nuovo e spettacolare allestimento. L’11 gennaio scorso è stato inaugurato il Parco Archeologico del Celio e nel colle orientato verso il Colosseo,
oltre alle meravigliose testimonianze lapidarie, l’ex palestra della Gioventù del Littorio, all’interno del Parco, è divenuta la sede espositiva della Forma Urbis.
La storia della Forma Urbis
La mappa marmorea dell’antica Roma ha avuto una lunga storia. In origine misurava 13 metri in altezza per 18 metri di larghezza ed era composta da circa 150 lastre di marmo di diversa grandezza disposte su undici file. Le lastre costituivano il rivestimento parietale di una delle sale del Tempio della Pace a Roma ed erano fissate mediante grappe di sostegno e malta alla parete. I fori sono tuttora visibili perché l’ambiente adiacente è stato riutilizzato intorno al 530 d.C. per la costruzione della Basilica dei Santi Cosma e Damiano ai Fori Imperiali permettendo la conservazione della parete.
La pianta aveva una scala di circa 1:246. Non tutti i frammenti avevano le stesse dimensioni, perché si dava più importanza agli edifici pubblici che erano enfatizzati nelle dimensioni. Nel museo sono esposti circa 200 frammenti, mentre altri 500 sono ancora da ricollocare.
Il ritrovamento
Nel 1562, un proprietario terriero fece degli scavi sotto la Basilica dei Santi Cosma e Damiano e trovò i frammenti della Forma Urbis. Questi furono donati al cardinale Alessandro Farnese che li collocò a Palazzo Farnese. Alla fine dell’Ottocento, durante la costruzione dei muraglioni sul Tevere, vennero alla luce, nei pressi del palazzo, in Via Giulia, circa 500 frammenti tagliati a mattoncini che erano stati utilizzati nel XVI secolo per costruire il giardino di delizie del Palazzo Farnese. Alcuni frammenti andarono perduti prima del loro trasferimento ai Musei Capitolini, prima sede espositiva della Forma Urbis dal 1742.
L’allestimento
Il nuovo allestimento è spettacolare e consente una attenta e leggibile fruizione della pianta marmorea da parte dei visitatori.
Sul pavimento della grande sala in cui si viene introdotti, sono collocati i frammenti della Forma Urbis, sovrapposti alla grande mappa di Roma disegnata nel 1748 da Giovanni Battista Nolli che funge da base planimetrica. La copertura in lastre di vetro sovrapposte ai frammenti, corrisponde alla dimensione delle lastre marmoree originali.
Nel 1700 la Forma Urbis venne esposta in riquadri mentre nel 1900 fu esposta a parete, per riprendere l’allestimento originale. In entrambi i casi però risultava poco fruibile dai visitatori perché si perdevano i particolari. Collocandoli sul pavimento è stato quindi possibile dare l’idea dell’architettura e della parete originaria.
Roma
Camminare sulla pianta marmorea è come viaggiare nell’antica Roma. Sotto i nostri piedi si vedono i frammenti del Colosseo,
del Circo Massimo,
e in particolare del quartiere di Testaccio, la zona meglio conservata. Area importantissima per la vita economica della città, con le grandi strutture economiche e per lo stoccaggio. Si vedono anche i grandi condomini, le insulae, le abitazioni di tipo intensivo a più piani dell’antica Roma.
Le incisioni con i puntini e le linee ci indicano colonne, archi, taverne, insulae, horrea, basiliche.
La visita
Per visitare il museo della Forma Urbis è necessario pagare un biglietto mentre si può tranquillamente e gratuitamente passeggiare nel Parco Archeologico del Celio. Nella meravigliosa cornice con il Colosseo alle spalle, i reperti a cielo aperto ci
raccontano della vita delle varie classi sociali con le loro lapidi funerarie, dai personaggi famosi come il senatore Galba, fino a quelle dei liberti, gli schiavi affrancati che collocavano i loro ritratti sulle lapidi.
Il Parco Archeologico del Celio, con il Museo della Forma Urbis è un altro luogo meraviglioso finalmente fruibile dagli abitanti di Roma e dai numerosi turisti che si spera, fuori dai percorsi più iconici ed affollati, possano scoprire questo meraviglioso gioiello incastonato nel centro di Roma. Uno scrigno di tesori e testimonianze del passato.
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