Presso la Regione lazio si è tenuto un incontro finalizzato a presentare ufficialmente la SIRU: Società scientifica che unisce tutta la PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) e gli operatori di centri pubblici e privati.
Ad oggi, la SIRU conta a livello nazionale più di 300 iscritti e 600 partecipanti e nellaregioneLazio sono già iscritti professionisti che operano in 5 Strutture pubbliche e 11 Centri di PMA privati.
Presenti all'incontro M. G. Picconeri – ginecologa e coordinatrice regionale della SIRU – Franco Lisi -ginecologo membro del direttivo nazionale e rappresentante dei ginecologi consultoriali- Emanuele Licata- biologo dell'Ospedale Pertini – Maria Paola Costantini giurista e avvocato SIRU.
Con l'introduzione della PMA nei Livelli essenziali di assistenza si apre una nuova stagione e la regione Lazio sarà chiamata a decidere nei prossimi mesi le modalità per l'applicazione.
La SIRU si è proposta quale interlocutore scientifico per far sì che finalmente anche nel territorio laziale siano erogate prestazioni di alto livello in tutto il settore.
“Devono essere assicurate qualità, umanizzazione e personalizzazione delle cure, rispetto delle evidenze scientifiche e miglioramento continuo” ha sottolineato la Dott.ssa Picconeri coordinatrice della SIRU regionale
Nei prossimi mesi, quindi, si lavorerà insieme alla Regione per definire:
Franco Lisi, rappresentante del Direttivo nazionale della SIRU I centri di PMA ha posto in evidenza che i centri di PMA devono essere integrati nel territorio, prevedendo un intervento anche dei Consultori e attivando iniziative dirette alla prevenzione del danno riproduttivo.
Si vince la scommessa se si procede aduna vera ed effettiva presa in carico e si attivano progetti di sicurezza e qualità. Maria Paola Costantini, consulente giuridica della SIRU, ha proposto di sperimentare e applicare nel Lazio progetti specifici sulla PMA di rischio clinico e risk-management già attivati in altre regioni e promossi da AGENAS. Del resto la sicurezza e la garanzia delle cure è uno dei principi cardini della Legge 24 del 2917 sulla responsabilità sanitaria appena approvata (cd Legge Gelli – bianco).
Emanuele Licata ha evidenziato come le strutture pubbliche abbiano bisognodi un potenziamento effettivo e di investimenti anche in termini di personale: “in questi ultimi due anni stiamo recuperando il ritardo e vogliamo offrire alle coppie un servizio di qualità”. Così si potrà ridurre drasticamente la migrazione in altre regioni.
Infatti, l'ultima relazione del Ministero della Salute sulla PMA ha rilevato come sussista una forte mobilità passiva causata dalla inesistente o scarsa offerta del Servizio sanitario. In questi anni il Lazio ha “perduto” le sue coppie che si sono rivolte per la maggior parte in regioni come la Lombardia, la Toscana e l'Emilia Romagna (e ora anche in Friuli Venezia-Giulia) dove hanno la possibilità di accedere al sistema pubblico e privato-convenzionato con un pagamento di ticket ridotto.
Si calcola che almeno 300/4000 coppie laziali si spostano in altre regioni e che la spesa del Lazio per la mobilità passiva si aggiri intorno ai 6 – 10 milioni di euro l'anno: il dato è ottenuto sia con riferimento al numero di cicli in extra-regione, sia con riferimento al numero di farmaci erogati a carico del SSR.
Durante l'incontro si è concordato della necessità di scelte condivise per garantire qualità e per evitare l'indebolimento anche economico delle strutture operanti sul territorio con la conseguente minore capacità finanziaria della Regione. Il prossimo appuntamento è già stato fissato a settembre.