Alla camera dei deputati si discuterà una nuova proposta di legge che prevede il congedo mestruale, ovvero tre giorni al mese di riposo retribuito in coincidenza con i tanto odiati sintomi mestruali. Questa proposta è stata pensata dalla deputata democratica Romina Mura che, a fronte delle difficoltà di milioni di donne colpite da dismenorrea, è stata la prima a firmare la legge insieme ad alcune associazione per i diritti delle donne.
Infatti si stima che siano circa il 70% le donne colpite da questo disturbo (che include mal di testa, dolori articolari, crampi) e, a causa di ciò, il loro rendimento si dimostrerebbe più basso, con sbalzi d’umore e irritabilità tali da condizionare l’azienda intera.
Questa agevolazione è una realtà ormai in tutta l’ Asia: in Giappone questa norma esiste dal 1947, in Taiwan dal 2013, in Russia invece la proposta è stata presentata l’anno scorso. Anche in America esistono realtà lavorative che permettono questo tipo di agevolazione.
Ma resta un dubbio irrisolvibile: il congedo mestruale è un modo per discriminare gli uomini oppure è davvero necessario per un ambiente lavorativo migliore?
Il dibattito è aperto tra incrollabili femministe e datori di lavoro irreprensibili, tra donne e uomini, tra Occidente e Oriente, tra ingiustizia e tutela.