Ci lascia oggi il più grande filosofo e sociologo contemporaneo dopo anni spesi in ricerche e pubblicazioni di interesse mondiale. Fu testimone e interprete dell’ incertezza tra la fine del ventesimo secolo e l’inizio della postmodernità.
Nato nel 1925 in Polonia, Bauman insegnò dal 1971 al 1990 a Leeds in Inghilterra, periodo in cui formulò la teoria della cosiddetta “società liquida”. Questa importante teoria sociologica è stata spiegata da Bauman in un ciclo di saggi, dall’ “amore liquido” alla “vita liquida” che ruotano attorno al nuovo concetto di società: un tessuto sociale sfuggente e non identificabile attraverso i canoni utilizzati per epoche precedenti (detta metaforicamente “liquida”).
Nei suoi ultimi lavori, Bauman analizza il concetto di incertezza inteso come prodotto sociale, collegato con la globalizzazione e il consumismo. Dunque dai suoi scritti emergono critiche all’ omologazione di massa, all’ esclusione sociale e importanti riflessioni sul tema dell’ immigrazione, assumendo talora risvolti politici (in memoria della sua formazione Marxista).
Schierato apertamente contro razzismo e discriminazione, si è sempre battuto per i diritti violati di interi popoli, non per ultimi gli ebrei (infatti Bauman stesso era di famiglia ebraica) con varie pubblicazioni a riguardo, anche se questa posizione gli valse la cattedra all’ Università di Varsavia. Raggiunse la fama mondiale negli anni ottanta proprio grazie alla diffusione dei suoi studi sulla connessione tra società moderna e l’ Olocausto e critiche riguardanti il negazionismo.
Tra i vari riconoscimenti si ricorda la Laurea ad honorem in lingue moderne, letterature e traduzione letteraria dall’ Università del Salento.
I suoi studi hanno posto le basi per un nuovo studio approfondito della società odierna sia per quanto riguarda le scienze sociali sia per quelle filosofiche. Sono anche un baluardo di idee fondamentali quali il rifiuto dell’ omogeneizzazione sociale e della violenza contro le minoranze.
Per questi motivi e molti altri non verrà dimenticato.