Ancora una volta la Newton & Compton, casa editrice italiana fondata nel 1969 a Roma da Vittorio Avanzini, lascia i lettori più appassionati senza fiato per i libri prodotti e distribuiti su scala internazionale. Questa volta la casa editrice ha sorpreso positivamente grazie alla pubblicazione del romanzo autobiografico scritto da Felix Weinberg dal titolo “Bambino N°30529″.
Il romanzo-autobiografico racconta le vicende di Felix Weinberg, ebreo ceco di nascita, sopravvissuto a ben 5 campi di concentramento, tra cui quello di Auschwitz, ed ai conseguenti orrori nazisti (forni crematoi, fucilazioni, sterminio di massa nelle camere a gas). L’autore, nato il 2 Aprile 1928 nell’odierna Repubblica Ceca, cercò insieme alla famiglia di raggiungere il padre, fuggito in Inghilterra, a seguito dell’emanazione della Soluzione Finale (distruzione fisica di tutti i cittadini di origini ebraica) di Adolf Hitler nel 1940. Dopo l’invano tentativo di raggiungere il padre, separato dalla madre e dal fratello morti successivamente per mano dei nemici tedeschi, fu deportato nei terrificanti lager di Terezín, Aushwitz, Blechhammer, Gross-Rosen e Buchenwald a 12 anni.
Dopo aver trascorso l’adolescenza in quel ambiente infernale, il giovane riuscì a riabbracciare il padre in seguito al tentativo vincente degli americani nell’espugnare la minaccia nazista mondiale.
Per molti lettori il romanzo potrebbe rappresentare il disagio e la vita travagliata di un giovane entrato a stretto contatto con gente senza pietà e pudore. La serenità di Felix fu privata della sua bella casa sulla piazza del mercato di Aussig, del pianoforte a coda, delle vacanze a Praga coi nonni e delle lunghe passeggiate lungo il fiume d’Elba. Infanzia dapprima dorata, era il piccolo “coccolato e curato” da tutta la sua famiglia e dalla compagnia del fratello, fu poi gradualmente oscurata da una grande nube nera che conosce solo distruzione e odio.
Tuttavia per il caro Felix, morto all’età di 84 anni, per cause naturali, tutto ciò è la storia di un bambino diventato uomo tra sette dei più bui anni dell’umanità, straziata e afflitta dalla Seconda Guerra Mondiale.
L’orrore raccontato attraverso gli occhi di un ‘fanciullino’, citando Pascoli, è un orrore indelebile e indimenticabile.