Il FASI, Fondo Assistenza Sanitaria Integrativa dei Dirigenti Italiani, ha festeggiato il proprio 40^ anno di attività presso “LA LANTERNA” di Fucksas, con un interessante convegno dal titolo: L’impresa del welfare nell’Italia 4.0: IL VALORE DELLA SALUTE
HANNO PARTECIPATO ALL’EVENTO:Federico Gelli, Parlamentare della Repubblica;Andrea Mandelli, Senatore della Repubblica;Fabrizio Landi, Presidente Toscana Life Sciences; Vincenzo Boccia, Presidente Confindustria;Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager ed ha moderato la tavola rotonda Sebastiano Barisoni, Giornalista de Il Sole 24 Ore
“L’Italia è al secondo posto al mondo come longevità della sua popolazione, un dato di assoluto valore che si accompagna, però, da un punto di vista demografico, all’invecchiamento complessivo degli abitanti e incide in maniera diretta sulla disponibilità delle risorse. Infatti, se aumentano i pensionati rispetto ai lavoratori attivi, aumenteranno di conseguenza i fondi da destinare alle coperture previdenziali e sanitarie che già scarseggiano. La spesa sanitaria (dati 2016) ammonta in Italia a 150 miliardi annui, di questi circa 112 sono i soldi che lo Stato spende per la protezione sanitaria dei propri cittadini. Gli altri, cioè 38 miliardi, sono quelli che gli italiani tirano fuori dalle loro tasche, definiti dagli addetti ai lavori “out of pocket”, per pagare i ticket, le visite private, analisi, eccetera. Dobbiamo fare, a mio giudizio, uno sforzo comune per far sì che questi 38 miliardi siano volti a favorire delle forme alternative alla copertura sanitaria pubblica. Oggi meno di 5 miliardi sono utilizzati dagli italiani per l’assistenza sanitaria integrativa intermediata, un dato molto al di sotto della media europea. Dobbiamo fare in modo di trasferire una quota più consistente della spesa sanitaria “privata” delle famiglie italiane agli enti che, senza scopi di lucro, basano la loro attività sul principio mutualistico e della porta aperta, senza esami preventivi all’ingresso.”
Così il Presidente del Fasi (Fondo assistenza integrativa dei dirigenti italiani), Marcello Garzia, ha detto nella sua relazione d’apertura, per la celebrazione del quarantennale della fondazione di uno dei più grandi Fondi a livello europeo. Costituito in forma paritetica da Confindustria e Federmanager, il Fasi che conta oltre 300.000 iscritti, è per dimensioni e qualità dell’assistenza che eroga, un autentico pilastro a sostegno del Servizio Sanitario Nazionale solidaristico e universalistico. Nella manifestazione, svoltasi oggi a Roma alla presenza del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, del Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia e del Presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla, è stata anche presentata un’indagine “ad hoc”, realizzata da KPMG, in cui sono stati riportati alcuni “numeri” che evidenziano l’impatto sociale del FASI, sui costi che altrimenti sarebbero a completo carico dello Stato. “Abbiamo preso ad esempio – ha detto il Presidente Garzia – tre prestazioni ortopediche, a titolo meramente esemplificativo, che se non fossero state rimborsate dal Fasi ai suoi assistiti, avrebbero comportato per il Servizio Sanitario Nazionale, un costo aggiuntivo di 41,3 milioni di euro in più, rispetto a quanto già pagato”.
Lo stesso concetto vale sul versante della prevenzione. Il Fasi, infatti, ha investito notevoli risorse, supportando gli interventi di screening e gli esami diagnostici a totale carico del Fondo, perché convinto che “prevenire è meglio che curare”. Questa politica, oltre a determinare un consistente risparmio della spesa in conto al Servizio Sanitario Nazionale, ha consentito di Fasi Fondo Assistenza Sanitaria Integrativa per svolgere una funzione, per così dire, “calmierante” dei costi sanitari complessivi, riducendo quella spesa privata individuale spesso, insostenibile per il cittadino comune, sia esso pensionato, quadro, impiegato o dirigente.
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a questo proposito ha detto:
“La sanità pubblica rappresenta una delle più importanti conquiste sociali del nostro Paese, ma il finanziamento pubblico del comparto fatica a tenere il passo della crescita di domanda di salute. Bisogna valorizzare l’integrazione tra sanità pubblica e complementare per garantire stabilità e sostenibilità al sistema salute. Lo sviluppo del secondo pilastro sanitario, di cui il Fasi è da sempre un punto di riferimento, è la chiave per accrescere l’efficienza della spesa sanitaria privata, che oggi ammonta a circa 40 miliardi di euro”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla, che ha affermato:
“Con i suoi quaranta anni di storia, il Fasi, dimostra la validità di un modello di welfare che affonda le radici nella bilateralità del contratto di lavoro guardando anche al benessere collettivo. Oggi le famiglie hanno necessità di un Sistema Salute in grado di rispondere a nuove esigenze di tipo sanitario e socio-sanitario.
A fronte dell’evoluzione della domanda di cura servono politiche economiche, fiscali e culturali che favoriscano lo sviluppo del welfare integrativo nelle aziende. La sanità integrativa, con la sua azione d’intermediazione della spesa privata, di controllo delle tariffe e di trasparenza fiscale, rappresenta il supporto che serve al Servizio Sanitario Nazionale per essere sostenibile e inclusivo”.
A conclusione, il presidente del Fasi, ha rimarcato: “A mio giudizio, sono due le grandi questioni che determineranno la modifica del sistema di welfare così come lo conosciamo, la cronicizzazione delle malattie e l’impetuoso sviluppo delle tecnologie digitali. I Fondi di sanità integrativa hanno il dovere di implementare i loro servizi sfruttando al massimo le potenzialità tecnologiche: basti pensare ai sistemi di medicina a distanza che, se li adoperassimo, per gli oltre dieci milioni d’italiani che già aderiscono a forme di assistenza integrativa, consentirebbero un consistente risparmio di spesa alla sanità pubblica, oltre a cure più efficaci”.