Dopo il successo del primo Festival del Cinema Azerbaigiano, nel 2017,
la cinematografia dell’Azerbaigian torna protagonista dell’estate, nella
storica Casa del Cinema di Villa Borghese, a Roma, con una seconda
edizione del Festival, che si inaugurerà il
20 giugno alle ore 21.00.
Quest’anno la rassegna porterà sugli schermi 5 opere, di cui
quattro lungometraggi e un documentario, tesi a mostrare al pubblico uno
spaccato della storia del cinema azerbaigiano lungo quasi 75 anni.
Il Festival aprirà infatti con un classico azerbaigiano: il film
Il Venditore di Stoffe, commedia musicale del 1945 tratta
dall’omonima operetta di Uzeyir Hajibeyli, fondatore della musica
professionale e dell’opera nazionale dell’Azerbaigian.
Una divertente storia ambientata agli inizi del XX secolo, in cui
il giovane mercante Asgar, deciso a sposarsi, opponendosi ai costumi
dell’epoca, vuole conoscere la futura moglie prima del matrimonio.
Protagonista maschile della pellicola è Rashid Behbudov, noto cantante
azerbaigiano, famoso in tutta l’area post sovietica, accompagnato
dall’attrice Leyla Badirbayli, celebre artista azerbaigiana.
La rassegna continuerà il 21 giugno con il documentario,
realizzato dal Baku Media Center con il supporto della Fondazione Heydar
Aliyev,
L’ultima sessione, opera del 2018 dedicata al centesimo
anniversario della Repubblica Democratica dell’Azerbaigian. La pellicola
mette in luce gli ultimi giorni della travagliata storia della Prima
Repubblica. Primo esempio di repubblica democratica nell’oriente
musulmano, la Repubblica Democratica annoverò numerosi successi nei suoi
23 mesi di vita, come il suffragio femminile e un parlamento
multipartitico.
La seconda giornata verrà chiusa dal film
Il giardino della melagrana, del 2017.
Opera delicata, ispirata al famoso lavoro teatrale di Anton
Čechov, “Il giardino dei ciliegi”, in cui si intrecciano sentimenti,
ricordi, tradizioni, dolore e perdono, sullo sfondo di un Azerbaigian
rurale dove le tradizioni familiari sono ancora protagoniste della vita
dei personaggi. Il giardino della melagrana ha ottenuto numerosi
riconoscimenti e premi internazionali.
L’ultima giornata del Festival vedrà sullo schermo due capolavori ancora temporalmente distanti. Alle 19.30
L’uomo del terzo giorno, film del 2017 che porta alla
conoscenza del pubblico la ferita ancora aperta dell’Azerbaigian
moderno: il conflitto del Nagorno Karabakh tra Armenia ed Azerbaigian.
In particolar modo nella persona del protagonista si rivive il dolore
dei profughi azerbaigiani privati della possibilità di far ritorno nelle
proprie terre natali.
Alle 21.30 il festival chiuderà con un film del 1993,
Tahmina, tratto dal romanzo di Anar “Il sesto piano di un
appartamento a cinque piani”. Un’opera che, valicando confini geografici
e temporali, riporta i sentimenti al centro della narrazione. Ad
interpretare i protaginisti Fakhraddin Manafov, celebre attore
azerbaigiano noto in tutta l’area post sovietica e Meral Konrat, famosa
attrice turca. Tahmina è considerato uno dei migliori film azerbaigiani
degli anni novanta.
Grazie alle cinque pellicole in programma, inedite in Italia e per
la prima volta sottotitolate in italiano, l’Azerbaigian intende
mostrare al pubblico italiano scorci della sua storia, cultura,
tradizioni e ambientazioni, di sicuro interesse e coinvolgimento.
La rassegna è organizzata dall’Ambasciata della Repubblica
dell’Azerbaigian in Italia, in collaborazione, tra gli altri, con la
Fondazione Heydar Aliyev, il Ministero della Cultura e del Turismo della
Repubblica dell’Azerbaigian, la Casa del Cinema, Rai Cinema e vari
media italiani ed azerbaigiani.
La storia del Cinema in Azerbaigian nasce nel 1898, con una serie
di documentari sulla storia dell’industria petrolifera di Baku. Una vera
industria cinematografica vede luce nel 1915, con la produzione di un
primo lungometraggio. Nel 1923 nasce l’Ente Foto e Cinema
dell’Azerbaigian. Durante l’epoca sovietica si è vissuto uno sviluppo
notevole del settore, soprattutto tra gli anni ’50 e ’80, con titoli
rimasti nel patrimonio cinematografico del paese. Dopo la riconquista
dell’indipendenza, nel 1991, la stessa industria cinematografica ha
rispecchiato la nuova realtà dell’Azerbaigian, con un cinema sempre più
partecipe del contesto internazionale.Oggi l’industria cinematografica vive un importante periodo di consolidamento.
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