Con l’apertura il 25 giugno scorso della casa-atelier del famoso artista futurista Giacomo Balla (Torino, 18 luglio 1871- Roma, 1˚marzo 1958), Roma si arricchisce di un nuovo percorso museale che sarà visitabile fino al 21 novembre prossimo in concomitanza della mostra al Museo MAXXI dedicata
all’artista per i 150 anni dalla nascita. Saranno visibili opere, mobili ed altri oggetti provenienti dalla casa nonché opere di design create appositamente da alcuni artisti contemporanei come Alex Cecchetti e Patricia Urquiola che dialogano con la poliedricità di Balla.
Giacomo Balla
Giacomo Balla si era trasferito a Roma da Torino nel 1895 e nel 1939 aveva acquistato l’appartamento di via Oslavia 39-B, nel quartiere borghese Della Vittoria dove visse fino alla sua scomparsa nel 1959 con la moglie Elisa Marcucci e le due figlie Luce (Roma 1904-1994) ed Elica (Roma 1914-1993) che lo abitarono fino alla loro morte. La casa è protetta dal vincolo di tutela dal 2004 quando fu oggetto di un primo intervento di restauro. Altri lavori sono stati realizzati nel 2018 dalla Banca d’Italia in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma. Finalmente, lo scorso mese di giugno è stato possibile rendere l’appartamento fruibile al pubblico e mostrare l’incredibile energia, fantasia e furore che animavano la casa abitata dal maestro e dalla sua famiglia.
Ricostruzione futurista dell’universo
Nel 1915 Giacomo Balla insieme a Fortunato Depero aveva scritto il Manifesto “Ricostruzione futurista dell’universo” dove esprimeva la poetica e l’ideologia di un modo di vivere in totale fusione con la nuova arte Futurista “per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente”. È quello che Balla applicò e realizzò nella decorazione e nella creazione degli arredi del nuovo appartamento dove andò a vivere nel 1939.
La casa-atelier di Giacomo Balla
Un’abitazione di 200 mq un po’ anonima nella ripartizione degli interni, caratterizzata da un lungo corridoio dove si aprono le varie stanze ma che Balla trasformò nella sua creatura artistica realizzando lui stesso le maioliche che rivestivano gli ambienti, i tessuti che foderavano i divani e le poltrone, gli armadi, gli attaccapanni, i contenitori per i pennelli. Non ultimi i vestiti creati insieme alle figlie (la mamma di Balla era una sarta), ancora appesi nel corridoio. Abiti sfavillanti nei loro toni accesi e nelle forme geometriche. Sono la testimonianza che gli abitanti della casa erano consapevoli di essere loro stessi “opere d’arte in movimento”.
Magia caleidoscopica
“Magia caleidoscopica” è stata definita la casa di Balla, come una bottega del Rinascimento dove il pittore trasmetteva alle figlie il suo sapere e la sua arte.
La casa-atelier dove tutto è colore in contrasto con l’atmosfera degli anni ’40 un po’ triste e cupa che presagiva il conflitto mondiale alle porte.
L’ingresso
Fin dall’ingresso dell’appartamento, la targa che indica il nome dell’inquilino sulla porta “FuturBalla”, scritto in caratteri futuristi, ci indica che stiamo per varcare la soglia di un mondo misterioso e pieno di sorprese.
Gli ambienti
Ed ecco il corridoio con i gialli, i verdi e gli azzurri a riempire le forme dinamiche, i quadri del pittore ad incorniciare la sommità delle pareti come in una processione laica.
La cucina con le sedie e i piatti multicolori, i cavalletti dello studio creati con legni poveri, le stoffe dei divani disegnate con motivi geometrici. Le mensole e le piastrelle dei bagni, le camere di Luce ed Elica fino alla scoperta dello studiolo rosso, un luogo fiabesco, coloratissimo. Ambiente dove non vi è nulla di ostentato, di troppo, dove trovano spazio gli oggetti assemblati con materiali di scarto e recupero. L’arte del riciclo era già nelle corde di Balla.
Pur nell’energia incontenibile che si percepisce in ogni angolo della casa, il senso del bello e della misura non viene mai travalicato.Si può solo immaginare come fosse giocosa la vita per le due signorine Balla invitate dal padre a sviluppare la loro creatività in un mondo borghese dove le donne non avevano ancora completa libertà di condurre una vita piena dal punto di vista sociale e lavorativo. Casa come bozzolo di vita, opera d’arte totale che annulla tutti i limiti e le distinzioni tra arte e vita.
Il genio visionario di Balla
Casa simbolo di quella modernità ed universalità che solo i geni profeti e visionari come Giacomo Balla hanno saputo interpretare e tramandare alle generazioni future, invitandole a continuare a credere nei propri caleidoscopici sogni colorati e felici, senza paura di osare e lottare contro ogni tipo di convenzione borghese.
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