“Bisogna accertare quali siano stati nel dettaglio i rapporti instauratisi tra la stessa Open e i soggetti finanziatori”. Queste sono le righe del decreto di perquisizione della Guardia di Finanza, le quali hanno portato alla perquisizione di alcuni finanziatori della fondazione Open, martedì 26 novembre, alle sei e trenta del mattino.
Le perquisizioni e le accuse
Le perquisizioni da parte della Guardia di Finanza sono state avviate, in quanto quest’ultima vuole verificare che fine hanno fatto i finanziamenti, che vanno dal 2012 al 2018 per la fondazione Open. In sei anni, l’omonima fondazione ha raccolto sei milioni di euro. Fondi destinati a finanziare le attività politiche di Matteo Renzi, tra cui anche il convegno politico organizzato ogni autunno, alla stazione Leopolda.
Gli indagati principali della fondazione Open sono: il fondatore Alberto Bianchi e il componente del cda Marco Carrai. Secondo l’accusa, Open è una vera e propria “cassaforte renziana”. Sono stati perquisiti anche i bancomat dei parlamentari, che sarebbero stati utilizzati e dai quali hanno ricevuto dei rimborsi spese.
In totale le persone coinvolte, nella mega inchiesta, sono circa trenta tra Milano, Firenze, Pistoia, Torino, Roma , Bari, Napoli e Palermo.
La mail della fondazione Big Bang
Una e – mail è risaltata all’occhio della GdF, per la precisione quella del 23 ottobre 2013. Quest’ultima avente ad oggetto “fondazione Big Bang”, il primo ente costituito per sostenere l’attività di Matteo Renzi, poco dopo trasformata nell’odierna fondazione Open, nel cui cda sedevano Maria Elena Boschi e Luca Lotti. Nella e – mail viene specificata la necessità di reperire risorse. Si parla di un supporto finanziario di centomila euro all’anno per cinque anni. In cambio si dà la possibilità di fornire idee, proposte e osservazioni per Matteo Renzi, ma anche per la fondazione. Le interlocuzioni possono avvenire anche tramite gli stessi Bianchi e Carrai.
Chi è Luca Lotti? E la vicenda del caso Consip
Luca Lotti è stato Ministro dello Sport durante il Governo Gentiloni dal 2016 al 2018. Inoltre è stato sottosegretario di stato alla presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega all’editoria durante il Governo Renzi nel 2014. Quest’ultimo è il primo collegamento diretto con Matteo Renzi, col PD e con la fondazione Big Bang (Open).
Nel 2016 Lotti risulta indagato per favoreggiamento e rivelazione del segreto istruttorio, l’ex ministro svelò lo stesso anno a Luigi Marroni (ex AD di Consip), che c’era un’indagine sulla società. Successivamente, Marroni fece bonificare il suo ufficio dalle microspie piazzate dai Carabinieri del Noe. Lotti si tiene lontano dalla fondazione però.
La villa di Renzi e il prestito di Maestrelli
Altra vicenda che si aggiunge all’inchiesta Open è la villa acquistata da Matteo Renzi, del valore di 1,3 milioni di euro. Ciò che ha scatenato le polemiche è chi ha concesso il prestito, in attesa della disponibilità finanziaria, all’ex premier. Trattasi di Riccardo Maestrelli, facente parte dell’omonima azienda, nonché finanziatore della fondazione Open. Aldilà delle polemiche che si sono scatenate, il prestito è stato restituito da Renzi cinque mesi dopo. Il prestito inoltre è stato tracciato con bonifico e sottoscritto mediante scrittura privata. Matteo Renzi nel 2019 ha pagato circa cinquecento mila euro, regolarmente, di tasse.
La disciplina dei finanziamenti privati e l’abolizione dei finanziamenti pubblici diretti
Tutto ciò porta ad una riflessione ben precisa, in quanto sembra che il prestito faccia da capro espiatorio dell’inchiesta.
Nei finanziamenti andati alla fondazione, non vi è nulla di illecito al momento. Il Decreto Legge 28 dicembre 2013, n.149 enuncia al punto “2”: Il presente decreto disciplina le modalità per l’accesso a forme di contribuzione volontaria fiscalmente agevolata e di contribuzione indiretta fondate sulle scelte espresse dai cittadini in favore dei partiti politici che rispettano i requisiti di trasparenza e democraticità da essa stabiliti (Gazzetta Ufficiale).
Dato che tutti i finanziamenti sono stati fatti mediante bonifico o carte di credito, il tutto è stato tracciato rispettando la legge. Si aspettano ulteriori aggiornamenti.