Padre Angelo Secchi è stato uno degli ultimi scienziati della Compagnia del Gesù che effettuò ricerca moderna e scoperte nell’ambito del Collegio Romano. Una tradizione antica che sopravvive nell’astrofisica italiana e internazionale. Nel lontano 1849 Secchi venne scelto alla guida dell’Osservatorio astronomico romano nei locali dell’antico Museo Kircheriano: il punto d’osservazione sorgeva sulla settecentesca Torre Calandrelli, ancor prima che si nominasse Castel Gandolfo come successiva sede.
Dalla terrazza sopra la Chiesa di Sant’Ignazio (vi è un piano in muratura in luogo della cupola mai realizzata), ben prima del colpo di cannone sul Gianicolo, si inviava il segnale per annunciare “la mezza”. Tra le sue conquiste, scoprì due comete (1852–1853), studiò il magnetismo terrestre, fondò la spettroscopia stellare, fu tra i primi a ottenere immagini spettroscopiche del bordo del Sole.
Perché dunque il III miglio dell’Appia Antica? In virtù della sua conformazione geologica. La Regina viarum dal III al X miglio si presenta come un lungo piano inclinato, contraddistinto da una pendenza costante. La si può considerare come il frutto di una delle colate più famose del Distretto vulcanico dei Colli Albani: parliamo della colata lavica di Capo di Bove, che si può ammirare nell’area archeologica del Mausoleo di Caecilia Metella. Datazione: 225 mila anni fa. Luogo di provenienza: Monte delle Faete.
Angelo Secchi – e ci avviciniamo alla visita che l’Associazione Yes Art Italy nel rispetto delle norme COVID propone per sabato 3 luglio – identificò nel sepolcro di Caecilia Metella e nella Torre che porta il suo nome alle Frattocchie i due capisaldi sui quali costruire la base geodetica che servirà, successivamente, all’Istituto Geografico Militare per disegnare la cartografia del nostro Paese.
La Visita Guidata
Sabato 3 luglio, con un ristoro per chi lo vorrà, non sarà dedicato solo alla geografia. Il terzo miglio dell’Appia è, per gli amanti dei thriller, il punto terminale di una delle più celebri e ricche ville dell’aristocrazia romana antica. Sulle proprietà degli Anni Regilli – siamo nel II secolo d.C. – un
filosofo e retore dall’indole burrascosa e vendicativa, Erode Attico, commissionò un luogo sacro: il Triopio. Non sveliamo i particolari del giallo legato alla morte di sua moglie, ma si trattò di un progetto venato di ipocrisia.
Annia Regilla – questo è il suo nome – misteriosamente assassinata in Grecia, avrebbe meritato come tempio onorificenze meno sontuose ma più sincere.
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